giovedì 5 luglio 2012

Pasticche

Non mi ricordo neppure l'ultima volta che ho ingoiato una di quelle pillole analgesiche. Credo che sia dalla battaglia di Sturges.
"Tenetevi in tasca questi, soldati. Se vi abbattono e non crepate subito, almeno non soffrite come cani e forse ce la fate fino ai soccorsi!"
Come sempre il Tenente McAllister aveva le sue brillanti idee. Forse è anche grazie a quella merda che non sono crepato con un taglio nello stomaco. Ricordo ancora le interiora.
E ricordo ancora il copilota con una spranga nella schiena e nei polmoni che prima di morire soffocato dal proprio sangue ha sofferto come una cane per due giorni. Halley aveva una figlia di pochi anni, nata prima della guerra e prima che diventasse un soldato.

Ingoio un'altro antidolorifico per questa fottuta costola e mi tornano in mente le sue ultime parole, pronunciate con quel suo ghigno sofferente.
"Anne forse non crescerà con un padre, ma dovrà crescere libera."
Altre quattro ore ed una pillola ancora in gola. Vedo John con quel tubo in gola, con il polmone bucato e mi torna in mente l'uomo che è morto di fianco a me, con una spranga di ferro nel costato.

Mi gira la testa.
Me ne torno nella mia cabina della Lucky Nessie. 

Sono le 3.15 e non riesco ancora a dormire. Sono passate quattro ore e butto giù un'altra dose.
Sento la voce di Wolfwood nella testa sgombra da dolori.
"Schierarsi apertamente e combattere a tutti i costi, pur essendo consapevoli di una sconfitta, non procura altro che morte e sofferenza. Per quanto degna d'ammirazione, questa si dimostra una scelta che non porti ad alcun fine concreto.
E istintivamente un pugno si schianta sulla parete di fianco a me, ma senza farmi male, per via delle Pasticche. Come se la guerra fosse un gioco dove la vita è una delle puntate messe sul tavolo; come se il crepare da un momento all'altro fosse una scelta dettata da qualche capriccio infantile.

Alle 7.30 non è ancora sceso il sonno, anzi, ormai è completamente andato a puttane. Ingoio una nuova pasticca e mi tasto il fianco. Non fa poi così tanto male. In testa ho la bara di McAllister nel momento in cui viene seppellito nel cimitero di Oak Town, ritrovato dalla sorella al termine della battaglia di Serenity Valley, sotto pile di altri cadaveri. Lei non piangeva al funerale, era fiera ed immobile, abbracciata alla moglie dell'Ex Tenente. La moglie aveva uno sguardo vuoto ed il figlio un occhio di meno. Nessuna onorificenza sull'hololapide. Nessuna onorificenza sulla hololapide di Halley su Spartaca.
La mano del figlio di McAllister, più giovane di me di alcuni anni, sulla mia spalla e le sue parole.
"Un grado su una tomba non avrebbe comunque reso giustizia a quelli come loro. Non volevano essere ricordati: quello che facevano lo facevano perchè dovevano."
Devo smetterla di prendere queste fottute pasticche. Il dolore fisico è di gran lunga migliore di tutto questo. Domani le butterò.

Nessun commento:

Posta un commento