sabato 18 agosto 2012

Non è sangue

Disteso a terra, pancia in giù. Sguardo attento.
Il respiro è lento, la pulsazione cardiaca regolare.
Il Fucile è piazzato in spalla, caricatore pieno; la sicura levata via.
La testa è poggiata sul fucile, si sente il fresco ed umido ferro sul mento; si potrebbe quasi sentire anche i proiettili respirare.
Lo stomaco è fradicio della rugiada dell'erba e sporco della terra umida.
"Soldato Wright, cosa vedi dalla tua postazione?"
E' un cinghiale. Forse mi ha fiutato. Se ne sta fermo e si guarda intorno.
Le zanne di un cinghiale non sono meno pericolose di quelle di un lupo.
"Comandante Treson, la seconda squadra è pronta a coprirvi."
Il fucile viene sollevato, l'occhio destro che si chiude.
Il respiro sul calcio si fa ancora più leggero.
Indice sinistro che sfiora il grilletto.
Mano destra che stringe la presa sul carrello.
"Ah-ah-ah. I Marines se la sono data a gambe e hanno lasciato l'accampamanto completamente sguarnito."
Striscio per avvicinarmi di qualche passo, il cinghiale mi volta le spalle. 
E' tutto così tranquillo.
Ora la mira sembra perfetta.
"Era una trappola! Ritirata! Ritir..."
Il cinchiale gratta la zampa sul terreno, fa una piccola rincorsa e gira su sè stesso. 
Mi punta.
"Wright, Carson, West, Logan, fuoco di copertura sulla terza e quarta squadra."
Il primo colpo a tamburo viene esploso, il cinghiale che cade a terra dopo la prima rincorsa.
"Cadono come fruscelli questi blues."
Un secondo cinghiale spunta da un punto nascosto.
Prende la carica e mi colpisce.
Sono costretto ad usare il coltello, tenendolo fermo col braccio che sta tentando di spezzarmi.
"Siamo al Fiume. Wright, seconda squadra, ritiratevi. La prima squadra è caduta, è inutile coprirla ancora."
La coltellata si affonda nell'occhio del cinghiale, ma non demorde.
Vuole prendermi il braccio.
Anche un solo dito può essere utile.
"Voi andate. Restiamo io e Logan."
Altri due affondi, il cingiale cade.
Il braccio solo dolorante.

Mi gratto la testa e mi metto seduto.
Inspiro a fondo e mi tocco lo stomaco.
Non è sangue di Logan. Non è il suo cadavere.
Sono solo cinghiali.
Non è sangue, solo acqua.

sabato 11 agosto 2012

Cambiamenti

Metà di agosto, su St. Andrew la temperatura comincia a calare e le giornate cominciano già a sembrare più cupe e scure. La tormenta di neve ci ha rallentati nell'atterraggio, fortunatamente solo di pochi minuti: infatti si è acquietata quel tanto che bastava per permettere l'atterraggio della Dick Frick a Icewolf, nella solita piazzetta utilizzata raramente dal villaggio.
Zio Back, aveva insistito affinchè tutta la famiglia si riunisse. Oltre a lui, zia Denetha e Frìda, la più piccola della famiglia, erano saliti da Winter anche il cugino Bjorg e sua moglie Gwen; da Hare Pass i gemelli Vàli e Vagn, quest'ultimo con la moglie Anne; ed infine da Valk la maggiore delle sorelle, Eydìs.
Bolton ormai non fa più caso ad essere l'unico nano lì dentro dove persino le donne sono più alte di lui di almeno un cinque centimetri.
"Quanto ci liberiamo dei corer culilisci, cugino?"
Bjorg è inquieto. Da Flame, così come da Winter, le voci sul prossimo attacco alla Hunter è sulla bocca di tutti.
"Non c'è fretta."
Calmo, quieto. Non c'è fretta, la revenge sta arrivando anche per noi del Saint.
Gli altri cugini non si pronunciano a riguardo, ma leggo sui loro occhi lo sguardo ricolmo di odio. Si cena con calma, mi faccio aggiornare sui villaggi colpiti dai lupi o dagli orsi. I senzatetto aumentano. Poi alla fine del banchetto Back si alza in piedi.
"E' tempo che Frìda decida che cosa sia della sua vita."
Zio non è mai stato uno che fa lunghe premesse o uno che addolcisce pillole amare con lunghi discorsi smielati.
"Non siamo mai stati ricchi. Nessuno di voi purtroppo ha avuto una giusta istruzione come i corer, ma vi siete tirati su bene, benissimo. Probabile che siete stati più in gamba voi cinque che io."
Un sorriso soddisfatto, compiaciuto, che esprime l'orgoglio di aver visto confermarsi i suoi quattro, cinque acquisiti, figli anche con una pessima e scarsa istruzione scolastica. Ma il discorso del capofamiglia continua.
"Anche se ci sono meno bocche da sfamare adesso, rispetto a diciotto anni fa, non ci saranno trattamenti di favore per te Frìda. Come ogni Wright che si rispetti a St. Andrew, sai cacciare animali e conciare le loro pelli. Inoltre tuo cugino ti ha insegnato a pilotare una nave."
Inspiro a fondo e batto un pugno sul tavolo.
"Frìda deve studiare zio, per gli Dei! E' più sveglia di noi. Aveva dodici anni la prima volta che salì sulla Dick Frick e dopo una settimana aveva già capito come funzionava una plancia di comando. Io c'ho messo due anni.
"Io non la manderò a studiare nel Core! E' un trattamento di riguardo che non ho avuto verso nessuno, nè l'avrò con lei."
"Quando comprai la Wyoming mi aiutasti zio. Perchè non darle questa opportunità. Potrebbe vivere meglio di tutti noi. E poi posso aiutarla anche io economicamente."
"Erano pochi dollari ricavati dalla vecchia Evolution. L'abbiamo comprata io e tuo padre, insieme, ma c'ho lavorato praticamente solo io negli ultimi anni. E' stato giusto così! Quante volte ancora devo ripetertelo Red!?"
"Ma non è questo il punto! Il punto è..."
Ma Frìda ci interrompe, alzando la voce in un vigoroso basta.
"Non voglio trattamenti di favore nè il tuo aiuto Red. Non voglio i tuoi soldi. Non voglio la carità di nessuno. Sarò io a decidere se restare qui, se partire e se studiare. Come mantenermi e dove mantenermi. Nessuno qui ha mai deciso per la vita degli altri, io non mi farò tenere per mano da nessuno nè deciderete voi cosa io debba fare! Sono stufa di essere la marmocchia di turno."
Lei mi fulmina con un'occhiataccia, poi si alza e si rimette la pelliccia, uscendo fuori e sbattendo la porta alle proprie spalle. Le donne al tavolo annuiscono e si guardano tra di loro compiaciute dell'atteggiamento della ragazza. Io sono l'unico che rimane spiazzato e interdetto. Troppo tempo nel 'Verse pensando alla guerra, perdendomi la crescita di Frìda, il cambiamento da marmocchietto biondo entusiasmata dalla vista di Polaris da uno degli oblò della Dick Frick, ad una convinta Wright con le palle quadrate.
La famiglia presto si divide, ognuno torna nella propria abitazione nel proprio villaggio. Gwen annuncia la sua gravidanza iniziata da un paio di mesi e l'idea di diventare presto zio sembra piacermi. Bjorg sarà un ottimo padre. Chissà se potrei essere padre, ed un buon padre anche io. Penso ad un marmocchio dai capelli rossi frignante. Sembra bello.
Io e Back ci guardiamo per un'ora ancora, con una bottiglia di qualche benzina; poi lui va a dormire e resto solo io, in cucina. Frìda rientra con Wolf poco dopo.
"Scusami Red."
Sembra dispiaciuta, ma la convinzione non scompare dal suo sguardo.
"Perdonami tu. Hai ragione ed io sono un coglione."
L'abbraccio più forte che posso, lei che si lamenta che la stritolo.
"Allora? Quando mandi in pensione Harry e mi metti in plancia come copilota della Dick Frick?"
Rido. Scuoto la testa.
"Nella Dick Frick c'è posto per un solo Wright: come Capitano. Se ami il 'Verse prendi una nave e forma un equipaggio. Impara a farti rispettare da un gruppo di ignoranti cowboy spaziali e poi ne riparliamo."
Un foglietto con un contatto cortex.
"Vendono navi usate e scassate. Comincia con una Wyoming. In un paio di mesi riuscirai a pagartela."
Non mi stancherei mai di abbracciarla. Bolton ritorna con la comunicazione dalla Almost Home di rientrare. Saluto Frìda e lascio i saluti agli zii. Dico a Wolf di prendersi cura di casa. Poi abbandoniamo il villaggio, il pianeta. Penso a quello che ho passato, sbarbatello e con un equipaggio di stronzi. Immagino Frìda in un casino simile.
"Ce la vedi Frìda a pilotare questa nave Harry?"
Bolton mi guarda crucciato.
"Mi vuoi mandare in pensione, finocchio bastardo?!"
"Per noi la guerra non è ancora finita Harry. E questa nave ha bisogno di un Wright al comando. Gli anni passano. Potrei non sedere per sempre su questa plancia."
Bolton sta per ribattere, ma l'anticipo.
"Metti che liberiamo il 'Verse e il Grizzly mi promuove Ammiraglio in una Skyscreaper."
"Ed io divento sceriffo di Cap City."
 Ridiamo.

domenica 5 agosto 2012

Nero

"Il regalo è impacchettato Harry. Riporta le chiappe a Greenfield. Noi ci muoviamo in nottata."
Non me ne frega di aver disturbato Bolton con qualche puttana, dobbiamo andare a Clackline. E serve la Dick Frick.
Fuori stanno ancora bevendo quella vodka annacquata; ne approfitto per buttarmi sulla branda qualche minuto. Non finiranno troppo presto.
"Il 'Verse è Blu."
'Manco per il cazzo! Sterling si sbaglia di grosso. E' un ammasso di roba che fluttua nel nulla. Un ammasso di roba che da colore al nero. Se il 'Verse fosse blu non avrei mai fatto il pilota.

Dietro la porta c'è ancora il poster di Polly Wright che mi ha regalato Eir tempo fa. Non ho mai raccontato di averla conosciuta. L'omonimia non era passata inosservata neanche in guerra. Eppure la vidi una volta solamente e per una manciata di minuti, il tempo di una sigaretta. Alla vigilia della battaglia di Sturges alcuni degli Ammiragli avevano riunito su Hera tutti i piloti, o comunque la maggior parte, della flotta indipendentista. Io venni ricevuto dal solito Markolf.
"Soldato Wright, ti ho chiamato solo perchè ho scommesso con McAllister che tu su un Raptor a Sturges non ci saresti mai salito."
Lui mi guarda serio ed io rispondo con un mezzo ghigno sul volto.
"Signore, spero che non abbia scommesso troppo con il Tenente. Il Tenente è di Greenfield, conosce bene i cavalli. Soprattutto quelli da corsa."
Una battuta che nonostante tutto suscita l'ilarità dell'Ammiraglio.
"Wright, chi salveresti tra nave ed equipaggio in una battaglia spaziale?"
"Signore, se affonda la nave crepa l'equipaggio e se crepa l'equipaggio affonda la nave."
Mi interrompe e non mi lascia continuare.
"Allora vedi di riportare il Raptor e l'equipaggio sulla piattaforma spaziale alla fine della battaglia."
Mi congedo velocemente prima che l'Ammiraglio potesse diventare troppo sentimentale e potesse crollarmi un mito di freddezza ed impassibilità. Ma non sembrava dispiaciuto della scommessa persa.
Polly se ne stava seduta tranquillamente in una delle panchine che divideva la zona Polaris da quella Columba, per i colloqui.
"Un altro Wright tra i Piloti. Non sapevo di avere parenti."
Non è sconosciuta la mia lentezza nel capire determinate battute. La scusa dell'accendino è sempre la migliore per attaccare bottone.
"No, non ho parenti nel Saint."
Quattro chiacchiere. Lei un pilota di linea, io un contrabbandiere. Ma tutti e due browncoat per quella sporca guerra che avrebbe cambiato la nostra vita in maniera radicale. Finite le sigarette ci stringiamo la mano e ci diamo due colpi sulla spalla.
"Non farti affondare Vichingo. E quando vinceremo la guerra voglio un pò della vostra birra."
"Dolcezza, non bastano quattro stronzi col culo liscio e con la tuta blu per mandarmi a picco."
Ma quando si parlava di vittoria l'entusiasmo non era più quello di quattro anni prima. Troppe sconfitte e poche vittorie. Sturges poteva cambiare il volto della guerra, con l'abilità di piloti e artiglieri. Non bastò comunque. Dopo essere stato pilota in diverse Medium e Heavy, mi promossero a Capitano della Gixus One, un Raptor da guerra. Ma le cose non andarono precisamente come previsto a Sturges.

Per quel che riguarda Polly Wright, quei dieci minuti furono gli unici che passammo insieme.

Che sia Valhalla o che sia Paradiso, non può finire tutto nel Nero.
"Un fottuto Paradiso ce lo siamo meritati."