domenica 8 luglio 2012

Nel posto sbagliato

"Non le ho scritte mica io le regole del gioco!"
Guardo il soffitto della cabina nella Almost Home e ripenso alle parole di Diego. Seven Hills. Meccanico. Minatore. Mi chiedo se fra trent'anni non diventerò anche io in quel modo. Spero di essere già crepato.

Le regole del gioco.
Un carico di vodka da Koroleva a Clackline. Non avevo mai visto questo pianeta, era il mio primo viaggio nel sistema Dorado. Un pianeta verde, disseminata di campi, pascoli ed animali. Molto simile a Bullfinch per molti versi. Bolton stava soffrendo come un cane all'idea che in quel pianeta non ci fosse neanche un bordello.
"Red, cazzo! Qua sembra peggio di Victory!"
E non aveva torto a sbraitare continuamente. Ranch, merda di cavallo, mucche, merde di mucca, sole, sole, caldo, sole, sole.
Chiudemmo con la spedizione e ci facemmo pagare. Ma prima di ripartire ci contattò uno dei trafficanti di Safeport, per informarci di un cambio di programma. Avevano bisogno di uomini per una distilleria. In un primo momento non ci arrivai, poi mi spiegò che dovevo rimediare da un latifondista dieci uomini e comprarli. Saremmo stati pagati bene. Dovevamo comprare una nave nuova, avevamo bisogno di soldi. Accettammo per non perdere i contatti di Safeport.
10 uomini, dai 20 ai 37 anni. Con corde ai polsi e gettati nella stiva. Mi sono recato personalmente ogni giorno nella stiva per assicurarmi che non fossero trattati come merce e che avessero due pasti al giorno. Mi ringraziavano ogni volta prima di lasciarli. E mi faceva male in petto, quando ripensavo a quale animale potevo essere per aver accettato di contrabbandare uomini.
Uno dei ragazzi, il più giovane, si offrì per pulire la nave ogni giorno durante il viaggio, in cambio di un pasto in più. Era un tipo sempre affamato. Io gli dissi che l'avrebbe avuto ugualmente anche senza lavorare, ma lui si rifiutava. Non voleva la carità di nessuno e per meritarsi quel pasto in più avrebbe lavorato. Non obbiettai.
"Siete degli schiavi?"
Non capivo ancora cosa significasse il 'Verse. Avevo solo vent'anni.
"Dicono così. Ma credo che qui dentro nessuno ricorda di essere mai stato un uomo libero. E' sempre stato così; è come essere nati senza le orecchie: non senti i suoni, ma non ne senti la mancanza perchè non li hai mai conosciuti."
Il ragazzo sorrideva mentre mi parlava. Non sembrava dispiaciuto. Gli ho chiesto di raccontarmi di più. Gli ho offerto uno dei panini di Abdul e lui ha cominciato a raccontarmi tutta la storia di Clackline. Del Verme Newman, della legge Lewis. Per loro non dimenticare quella storia significa non dimenticare il perchè hanno perso una parte di loro: la Libertà.
"E perchè non fate niente per riprendervela la Libertà!"
Lui mi guarda, si pulisce la bocca dalle briciole ed un sorriso amaro si dipinge sul volto.
"Non ne abbiamo la forza. Ci siamo abituati ad aver perso la Libertà. E finchè riusciamo a mangiare e ad avere un tetto sulla testa, non ci lamentiamo. Probabilmente siamo nati nel posto sbagliato."
Poco dopo il ragazzo torna nella stiva ed io me ne torno nella cabina del capitano. Non parlai a nessuno di quella chiacchierata, neanche a Bolton. Non eravamo ancora arrivati a Safeport, dovevamo passare per Victory e fare rifornimento di carburante. La nostra nave ed il nostro equipaggio non era ben visto da quella massa di puritani cattolici del cazzo. Forse da quando hanno scoperto chi aveva smerciato la Fata Verde da loro ed il Cardinale bruciato al rogo. Mi portai dietro il ragazzo. Lo lasciai lì, con la promessa che sarei tornato a riprenderlo. Non mi fregava di perdere parte dei soldi dei contrabbandieri. L'avrei spacciato per morto. Era troppo giovane per crepare respirando i fumi di una distilleria. E chiusa la trattativa con Safeport tornai sul pianeta e lo caricai nel mio equipaggio. Si chiamava Ron.
"Cosa vuoi fare Ron? Sei un uomo libero ora. Puoi restare su questa nave o andare via. Ti lascerò su Hall Point."
Lui mi guarda, quasi non sapesse cosa dire. Boccheggiava. Scegliere...sembrava non avesse mai scelto fino a quel momento.
"Il 'Verse, Red. A me piace il 'Verse. Ed i motori."
Due pugni sulla spalla; lui se la massaggia, ma presto ci avrebbe fatto il callo.
"Benvenuto a bordo allora, Ron. Vai in sala macchine ed aiuta il meccanico. Lui sarà il tuo nuovo insegnante finchè non imparerai da lui tutto quello che sa."

Per quattro giorni mi presi le bestemmie russe di Karol, il vecchio meccanico di Koroleva, per avergli appolipato uno studente. Ma si abituò presto anche lui.

(storia di Clackline: Link)

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