martedì 30 ottobre 2012

Heavy

Di nuovo il comando e di nuovo una nave che sta per essere affondata.
La mia disattenzione poteva costarci la vita.
Eir ha saputo gestire la situazione meglio di me, un coniglio impaurito appena perde la percezione del terreno. Una fottuta forza relativa con la gravità, alla quale non riesco a fare a meno, nonostante siano anni che viaggio su una nave, attaccato al suolo da una gravità falsa come le tette di una puttana d'alto borgo.
Jack è via, Bolton l'accompagnerà con la Dick Frick.
Non sono passati che una manciata di giorni.
Il Comando.
C'è gente che la brama, che la ricerca con tutte le sue forze.
Comandare.
Un verbo che alletta il palato di troppa gente.
Una parola pesante ma cercata. Corrompe e corrode. La forza con la quale riempie la testa di innumerevoli decisioni in grado di salvare o condannare tante persone.
Io sono sempre stato molto bravo ad eseguire; al massimo guidare un manipolo di contrabbandieri a bordo di una nave. Non è come guidare una cellula di rivoluzionari indipendentisti.
Io e Sterling, insieme, alla testa dei Dust Devils. Solo l'idea mi fa passare la voglia di ridere: quando si hanno vite sulle spalle, la voglia di ridere passa.
Quando Jack tornerà, sarà fiera di noi. I culi blu non si sono liberato della loro spina del fianco...del loro chiodo nel culo.

sabato 20 ottobre 2012

Mowing

"Harry non ci crederai mai!"
"Cosa?"
"Nel Core le donne si depilano completamente."
"Anche tra le gambe?"
"Si!"
"Ed il cespuglio?"
"Mow!"
"Oh Santo Dio!"

venerdì 19 ottobre 2012

Cibo per avvoltoi

Le rotte della Jin Logistics sembrano le migliori. Più controllo le rotte e le navi, più sono sicuro che sia la scelta migliore. Fertilizzante da riutilizzare su Shijie, Shadetrack, Boros, Hera...

Hera era in subbuglio. Le industrie belliche lavoravano a pieno regime e i cantieri navali sfornavano ogni giorno decine di navi per l'ultima, sanguinosa, campagna di quella lunga guerra.
Arrivai sul pianeta con una enorme Tomahawk, piena dei pochi soldati abbattuti sopravvissuti. Uno stato comatoso indotto dalle innumerevoli medicine che mi avevano somministrato per evitare che il ventre squarciato e cucito alla meno peggio mi uccidesse. Arrivai che la battaglia non era ancora cominciata e mi svegliai che l'artiglieria pesante tuonava tutt'intorno.
"Tenetelo fermo per Dio!"
Urlava Gregory Huston alla sua squadra medica; il dottore che mi salvò la vita.
"Non fatelo alzare! E' crepato quel Cristo!"
Eppure io sbraitavo, urlavo, mi dimenavo. Nella Serenity Valley si stava scrivendo la storia ed io ero buttato su quel lettino d'infermieria, con delle flebo attaccate al braccio, con il ventre bloccato per mezzo di una placca metallica. Eppure ogni volta che sforzavo gli addominali per poter anche solo pensare di alzare la schiena, era come essere riempito del piombo di molti fucili. Le lacrime sul volto: rabbia, impotenza e dolore.
E mentre io mi lamento sulla mia branda, vengo giorno dopo giorno circondato da gente mutilata dalle granate o rese guerce dalle schegge. I medici sono a decine, ad occuparsi velocemente di chi è salvabile, o rendendo meno sofferta la morte di altri.
Impotenza e rabbia, la consapovelezza di dover passare il resto di quelle settimane su una branda, senza poter andare fuori e uccidere giacche blu o dare la mia parte in quella battaglia.
Mi imbottiscono di antidolorifici e le braccia sono piene di flebo. E' un costante stato di semi coscienza, alternando le lunghe ore di sonno ai sofferti minuti in cui il sangue mi ribolle per non potermi alzare da quella fottuta branda. Io dormivo ed i miei compagni facevano da banchetto per gli avvoltoi.
"Datemi un fottuto A-11. Per tutti gli dei, datemi un A-11."
Le frasi tutte uguali, ed il Doc che mi aumentava la dose di morfina per rimbambirmi di nuovo.
La guerra era quasi finita, i morti diventati senza cifra, quando sgombrarono i campi dei feriti da Hera per trasferirli su Richleaf, insieme a parte della popolazione civile del pianeta. Seppi la conclusione dello scontro per mezzo dei giornali, come chiunque altro non avesse preso minimamente parte allo scontro. Mi avevano tolto la placca dallo stomaco e dovevo far girare le ruote di una sgangherata sedia a rotelle per muovermi in una delle strutture mediche. Il browncoat coi gradi da caporale mi scaldava ancora le ossa. La gente mi guardava con commiserazione e pietà, come si guarda un vecchio scemo che non può più intendere e volere.
Se non fosse stato per Bolton e per la Dick Frick...

La nave è atterrata su Greenfield da diversi minuti. Mi sono addormentato di nuovo. Fottuta sveglia...il pad sta andando anche lui a puttane.

sabato 13 ottobre 2012

Soldier

La guerra civile ha riempito il cimitero di Timisoara di altri duecento corpi.
C'era tutta la cittadina ad assistere alle celebrazioni, persino Taylor, Hesker ed Erik Rose.
Io me ne sono stato in fondo al cimitero, commemorando i duecento browncoat che sono ancora caduti per una guerra fraticida.
La guerra civile è finita, possiamo ripartire da Bullfinch. Jack ed Eir usciranno presto, resteranno un giorno in più sul pianeta.
Bolton ha riempito la nave di trizio e provviste. Resteremo in volo a lungo.
A Safeport mi aspetta il Kappa due mentre a Saint Andrew c'è Eolen.

E' ottobre sul pianeta ghiacciato, la neve ha già riempito la zona boreale del pianeta da diverse settimane. Mi ha accolto nuovamente la bufera di neve come un abbraccio materno: fitto e imponente. Sono costretto ad atterrare a Flame, per non dover rischiare di ritrovarmi la nave bloccata dalla neve. L'equipaggio alloggia a Le Tre Botti, io vado da lei ed il tempo per dormire è stato poco.
In mattinata la tormenta s'è placata ed al sorgere del sole la gente è in fermento, muovendosi per caricare gli ultimi quintali di legname utile per l'inverno, quando il gelo del Saint diventa il nemico peggiore su quel pianeta. Io salgo fino ad Icewolf, dalla mia famiglia. Molti degli abitanti si sono trasferiti a Flame a causa dell'inverno e degli animali selvatici incattiviti. Ma la mia famiglia no. Resto due giorni per aiutarli, con le provviste, con il legname. Ho trasportato un pò di roba da Bullfinch, dovrebbe aiutarli.
Frìda lavora per una industria farmaceutica di Richleaf, pare che abbia trovato una nave da guidare e dei carichi da trasportare. Sta mettendo su un bel pò di soldi per acquistare una nave sua; pare abbia preso davvero sul serio l'idea di diventare migliore di suo cugino.

Ho avuto molto tempo per parlare con Eolen, riguardo noi, riguardo il futuro.
Ed è stata una cerimonia privata, per un certo senso segreta. Non voglio che la voce arrivi a qualche Corer, o a qualche Contractors stanziato sul mio pianeta per via dell'Hunter's League. Non la voglio ficcare nei casini.
Abbiamo giurato davanti a Frigg ed abbiamo bevuto dalla stessa coppa uno strano infuso. Ah boh...i matrimoni li fanno così, ma non ho mai capito cosa il sacerdote faccia per creare quell'orrenda brodaglia. Poi abbiamo cacciato insieme, tutta la notte. Niente festeggiamenti, non abbiamo detto niente a nessuno. Mi ha ascoltato, sa che se ho deciso così ho i miei motivi.

Due giorni e due notti, poi con la Dick Frick siamo ripartiti. Tornare a casa due giorni ogni trenta, se tutto va bene. Ma sono un soldato ed è giusto che sia così.

sabato 6 ottobre 2012

Past

C'ho fatto l'abitudine a vagare in una nave deserta e silenziosa nel cuore della notte. Non che nel 'Verse, nel nulla, ci sia differenza tra giorno e notte. A Oak Town era sera, a Hall Point pomeriggio, e sarà mattina presto quando sbarcheremo a Timisoara. Adesso stando all'orologio che ho sul pad, ed ai dati sincronizzati su Bullfinch, dovrebbe essere notte fonda, anche se a Greefield è pieno giorno. E tra tutto questo caos, c'è la lineare assenza di tempo del viaggiare nello spazio. Nello spazio non c'è ora, non c'è giorno, non c'è anno. Nulla.

Sono ormai passati più di dieci giorni dall'Ex-Day, sono passati otto Ex-Day dall'inizio della guerra. Un intervallo di tempo come se fossero due pianeti distanti anni ed anni e nel mezzo il 'Verse profondo. La guerra, la morte, Fargate, i Devils. Il browncoat e la vecchia tuta dell'aviazione indipendentista. La tradizione di bruciare vecchi oggetti, superflui e legati al passato; l'ultimo oggetto bruciato in un falò è stata una bandiera alleata, otto anni fa. Anni in cui non serviva un Ex-Day per veder bruciare cose, persone, passati. Ogni giorno era un Ex-Day, dove le fiaccole volanti erano le luci delle navi spaziali ed i falò non altro che siluri e cannonate. La musica veniva suonata da lunghi banjos automatici, o magari da armoniche lanciagranate. Ed a cantare intorno al falò, le urla degli uomini. Abbiamo acceso falò, abbiamo bruciato passati. 

Nella nave dormono tutti, io ho perso l'abitudine a dormire a lungo e bene. Se avessi imparato a dormire con un occhio aperto, chissà, magari riuscirei a dormire meglio. Bolton probabilmente avrebbe qualche difficoltà a riguardo.

Se ho imparato qualcosa dalla guerra, è che il passato non si cancella nè si brucia; dal passato non ci si svincola buttandolo nel fuoco. Il passato è d'appertutto, quando si è svegli e quando si dorme. Il passato è come le miriade di stelle che riempiono il 'Verse nero, quando si viaggia nello spazio.
Quando giungerà il momento, brucerò solo un oggetto. Ma quel momento è ancora lontano.