venerdì 8 marzo 2013

EndStart

"Red sono le tre passate; dovresti riposare."
"Ho il caffè ed ho le carte, Harry. Posso tirare ancora fino a domani mattina. Ci servono le rotte prima di do'mattina."
"Right, capito. Io vado in plancia se hai bisogno."
Un ammasso di carte scarabocchiate con rotte per il Columba. Non tracciavo così tante rotte dai tempi dell'Oro Alcolico. Il vecchio diario di bordo non serve a molto, la guerra ha cancellato molte delle rotte tra rim e border. Le rotte da Shadetrack non esistono più; ed erano piene di rotte da Shadetrack. Hera: andato anche quel pianeta. Sto tracciando strade nel deserto.

"Boys, Men and Women: questo è il nostro ultimo viaggio spaziale. Domani atterriamo a Shadetrack allo spazioporto di Mexican e scarichiamo il carico di armi pesanti per gli Indipendentisti. Ci dividiamo la paga e da lì ognuno per la sua strada."
Sposto lo sguardo da Mona a Ron, poi tra i gemelli Carson. Solo infine su Bolton.
"Al diavolo Red! Andartene in giro con una pelle di tigre non fa di te un soldato."
Mona si alza in piedi, denti stretti e pugni serrati. Punta il dito verso ognuno di noi.
"Nessuno di voi è un fottuto soldato. PerDio! Avete intenzione di farvi massacrare dai Culi Blu prima ancora di scendere a terra?"
Fanya scatta in piedi, già pronta a saltare addosso alla korolevita di Richleaf. L'avrebbe fatto se Gary e Harry non l'avessero bloccata ambedue.
"Non capisci un cazzo Mona. A te non frega niente di niente. Interessano solo i soldi. Ti sono sempre interessati solo i soldi. Ci avresti buttato il cianuro nelle ferite se questo non avesse compromesso la tua paga."
Io sono costretto a bloccare Mona per le braccia, mentre Ron intimorito da quella faida creatasi nell'equipaggio si fa più piccolo sulla propria seggiola della cambusa della Dick Frick.
"Per tutti gli Dei! Smettetela prima che vi getti fuori dalla nave!"
Gli anni passati al comando di quella nave, mi avevano dato una certa rispettabilità. Non credo che l'equipaggio mi temesse, ma sicuramente mi rispettava. Tutti tacciono, le due donne vanno a sedersi ma lanciandosi sguardi colmi di un odio nuovo, sopito fino a quel momento.
"Io volevo solo dire che potremmo comunque partecipare alla guerra senza entrare nello scontro, trasportando le armi da Hera ai fronti e trasportando i feriti a Richleaf. Sopravviveremmo e potremmo continuare a lavor..."
"Non ci basta."
Interrompo Mona, guardandola dritto negli occhi.
"C'è un momento in cui un uomo è chiamato a fare il proprio dovere. Il mio dovere, il Nostro dovere, è quello di difendere le nostre case."
"A trasportare armi sono capaci tutti. Il 'Verse è pieno di trasportatori che faranno a gara per spostare le armi sul campo di battaglia. Io la differenza la voglio fare sul campo. Non si vincono le guerre trasportando armi."
"E le guerre non si vincono neanche mandando altri in prima linea. Troppo facile. Io sarò in prima linea."
Fanya e Gary hanno negli occhi la mia stessa convinzione, la mia stessa sete di rivincita. Poi Bolton batte un pugno sul tavolo, vigorosamente e con forza.
"Prima di fare il pilota, portavo le mucche al pascolo. Mi sono spezzato la schiena per quelle mucche e mio padre ed i miei fratelli con me. Anche in questi anni qua sù mi sono spaccato la schiena ed ho rischiato il culo per la mia famiglia, per aiutarli mandando loro qualche spiccio in più. Ed adesso quei figli di puttana vogliono le mie mucche, le mie terre e la mia casa. Io non resto qua sù adesso."
Lo guardo Harry, annuisco in sua direzione. Annuisco verso tutti i membri di quell'equipaggio ormai alla fine delle sue avventure.
"Ron, Mona, da Madrida parte una Orient diretta verso Richleaf. Parte domani mattina, potrete usare quella per lasciare il pianeta. Fanya e Gary, a Mexican parte una Tomahawk per Blackrock. Per quel che riguarda me e Harry, torniamo nel Polaris."
Mi sposto dalla seggiola, faccio qualche passo in direzione dell'uscita della cambusa.
"Ed ora pronti al nostro ultimo lavoro, compagni. Harry, in plancia con me."
Ce ne stiamo in silenzio almeno finchè non riprendiamo posto alle nostre postazioni. Cinture inserite e atmosfera in fase di superamento.
"Lasciamo la Dick Frick a Icewolf e la denuclearizziamo. Poi prendiamo l'Orient di Yngvald per Shijie. Mi ha detto che ci aspetta prima di ripartire."

Alzo il muso e mi pulisco il mento da un pò di bava. Mi guardo intorno ed attraverso l'oblò. Notte. Poi guardo sul pad. Un ora. 
"La rotta!"
Due pacche sulla faccia e una lunga sorsata di caffè. Mi sono appisolato per un'ora. Per fortuna che Jack non mi ha visto.

lunedì 4 marzo 2013

The Ides of March

Portare sulle spalle le pelli delle tigri bianche era un onore, un vanto, dalle mie parti. Poche di quelle pelli venivano smerciate dal pianeta, per via dei prezzi esorbitanti, da capogiro. Pochi i cacciatori che si avventuravano nella selva ghiacciata del Saint per cacciare quelle bestie per soldi. E chi ne aveva ammazzate qualcuna, la portava sulle spalle: nessuna somma di denaro poteva eguagliare un tale vanto.

Quando i fiumi cominciano a sgelarsi e le temperature a farsi meno estreme, anche la minaccia causata dalle bestie feroci nei pressi dei villaggi si riduceva drasticamente. Era Marzo ed era il 2502. L'equipaggio della Dick Frick si era riunito da un bel pezzo mentre io me ne stavo ancora sul mio pianeta, con la mia gente e con la mia famiglia che aveva bisogno anche di me. Bolton portò la nave a riprendermi direttamente ad Icewolf.
"Red, ti pare che ti lasciamo festeggiare Train tutto da solo!?"
"Tyr, Harry. Tyr dannazione!"
Uno dei pochi villaggi a festeggiare ancora quel culto antico e quasi dimenticato era il nostro. Decine di lupi venivano cacciati, uno per ogni famiglia. Le carni venivano bruciate e le ceneri sparse intorno ad ogni casa, mentre e le ossa seppellite intorno al villaggio. Con le pelli si conciavano mantelli semplici ed indossati dalla fanciulla più giovane di ogni famiglia. Ed il quarto giorno del mese, all'imbrunire, era festa intorno ad un enorme falò che tutti gli uomini contribuivano ad imbastire: ricordo che quell'anno la pila di legna era grande quasi quanto l'abitazione del Rappresentante delle Famiglie. Si beveva e si ballava, scaldati dal fuoco e dalle carni cucinate intorno all'enorme pila infuocata. Ed i festeggiamenti andavano avanti per ore ed ore: tutta la notte. Frìda porava il matello di lupo per la prima volta; i Gemelli - Vàli e Vagn - avevano bevuto così tanto che avevano preso a rotolare nella neve, sbracciati, insieme a Ron; mia cugina Eydìs faceva a pugni con Fania mentre Bolton veniva battuto (e ribattuto) a braccio di ferro da Thum. Bjorg e Gwen non li vidi per metà della festa. Io, Karol, Mona e Gary tracanniamo bibitoni fatti di erbe strane.
"Sembrate una mandria di bufali ammaestrati."
"Voi su Richleaf non sapete divertirvi. Diglielo pure tu, Karol."
"Non so se bevo questa robaccia, Capitano, perchè fa un fottuto freddo o perchè mi sono dimenticato di portare la Vodka."
"A me piace, Wright. La tua gente mi piace."
"Per fortuna che ci sei tu, Gary. Non so come farei senza di te."
"Ma se volete anche baciarvi, fate come se non ci fossimo, finocchietti!"
La Dick Frick restò ad Icewolf ancora per un paio di giorni, così che potessi assicurarmi che al mio villaggio non servisse più la mia presenza ed il mio aiuto. Ero rimasto lì per tre mesi: tre mesi di ronde notturne e di caccia per la difesa di Icewolf. Legna spaccate per impedire alla scorta di legname di terminare prematuramente. 

Avevo, ho, due famiglie. Una lontana ed una di fianco a me. Ma solo questa famiglia vicina può permettermi di difendere quella lontana, su quel pianeta gelido. Finchè ho qualcosa da difendere, non posso smettere di combattere.