domenica 16 novembre 2014

St. Andrew

Periodicamente Harry Bolton torna a Saint Andrew, ad Icewolf.
Vede crescere il figlio del suo migliore amico anno dopo anno.
Ed anno dopo anno se lo sente sempre più come suo, nonostante le piastrine militari al collo recitano Wright Red

Hust ha tre anni quando nel suo villaggio festeggiano l'Indipendenza, a seguito della guerra di secessione. 
Ha cinque anni quando Eolen, dura e fredda come il ghiaccio perenne dei monti Giants, accompagna suo figlio a Winter, per assistere alla prima pena capitale rimessa in vigore dal nuovo Signore della città e membro dei Sei.
Ha dieci anni quando, avvolto in una grossa pelliccia di lupo nero, vengono riconsegnate a lui e a sua moglie le spoglie del padre defunto. Fargate non è mai clemente. 

Eolen, con i capelli rossi sporchi da lunghe ciocche color cenere, erige la pira funeraria dell'unico uomo che abbia mai amato. Ed è lei stessa che accende il falò quando Red è in cima a quella pira. la gente di Icewolf riempie quella pira costantemente di legna, attingendo dalle loro riserve per l'inverno senza timore di rimanere al freddo quando il freddo sainter morde come le fauci di una belva. Dai villaggi vicini la gente porta il legname da accostare al fuoco dell'eroe Rognvaldr. E quel fuoco brucia per tre notti e due giorni. Ed è il terzo giorno che le ceneri vengono date in parte al vento di Saint Andrew, in parte sparse nelle vallate paludose delle Black Fen: così che il suo spirito possa proteggerli tutti, come fece da vivo contro gli invasori venuti da Corona.

Hust Olvir Wright non parla e non mangia per tre giorni, dai funerali.
Poi si rade i capelli a zero e si costruisce un nuovo arco e delle nuove frecce, per andare a caccia.
Hust Olvir Wright impara che c'è il tempo di piangere ed il tempo di dimenticare; il tempo di imparare ed il tempo di vendicare.

mercoledì 16 ottobre 2013

Far Gate

Mi chiamano con una nuova matricola.
Ma mi conoscono: il Terrorista evaso da Fargate.
Se un animale scappa da una gabbia e viene ripreso, quando viene risbattuto nella stessa gabbia non è mai come la prima volta.

I secondini mi guardano con rabbia; alcuni detenuti abbassano lo sguardo mentre altri sembrano impazienti di mettermi le mani addosso.
"Alza quella cazzo di testa, ragazzo!"
Tuono in direzione di John davanti a me. Klaus è ancora più avanti.
Faccio in tempo a scorgere anche il nuovo compagno di cella di John: Butch.
Mi guarda con un ghigno arrogante, io lo fulmino con uno sguardo freddo e distaccato.

I primi cento giorni li passo in interrogatorio, all'infermeria ed in isolamento.
"Chi ti ha fatto evadere, bastardo!?"
Sputo a terra saliva e sangue. Al terzo - Fottiti, Puttana! - il calcio nello stomaco mi scaraventa indietro ad un metro di distanza.

Dopo 100 giorni l'occhio sinistro e quattro denti, nonchè numerose fratture ricomposte da macellai piuttosto che da medici, sono stati il prezzo da pagare per rimettere piede in una cella. Le braccia e le gambe sono state risparmiate per poter ritornare dal giorno 101 a spaccare pietre sotto la pioggia perenne di quel penitenziario di massima sicurezza.

sabato 5 ottobre 2013

Shields

Dovrei pensare a come uscire fuori da qui.
A come mandare via John senza che venga rispedito indietro, al campo, con una bomba nello zaino.
Dovrei trovare un modo per fottere i Culi Blu.

Eppure le uniche cose a cui penso sono i proiettili dietro la schiena.
La guerra.
E poi loro...

Mio padre mi diceva che nelle mie vene scorre il sangue dei Vichinghi e degli Spartani. Le razze della Terra che Fu più temute dalle loro civiltà del tempo. Li chiamavano Barbari, Selvaggi, Macellai.
Non lo so. Le certezze vacillano, così come le belle storie raccontate ai bambini per farli dormire sereni.


Eolen ed Hust stanno per ripartire con la nave di Frìda.
La guerra sta per cominciare, la Iron Lady dovrebbe parlare ad ore.
Hust mi guarda dal basso: fiuta la tensione.
Eolen mi guarda dall'alto della rampa inclinata ed aperta della Wyoming.
Accarezzo la testa di mio figlio.
Bacio le labbra di mia moglie.
Li guardo.
Porto le mani all'altezza del collo, afferrando le piastrine militari della Grande Guerra. Le lascio nelle mani di lei. Addio amore mio. Non lo dico.
Il tempo per la tenerezza è finito.
Non c'è più posto per essa.
Non nella guerra.
"Rognvaldr!"
"Si, mia Signora?"
"Torna col tuo scudo. O sopra di esso."
Fratelli, padri, figli: marciamo. Per l'onore, per il dovere, per la libertà: marciamo.
Nella bocca dell'inferno: marciamo.

mercoledì 2 ottobre 2013

Hundred parts of

La cambusa della NoName è vuota.
La cena è finita e mi sono offerto di pulire i piatti.
C'è una ciotola di caffè fumante di fianco, allungata con un dito di Vodka.
C'è un pacchetto di Cheltenham smezzata ed un posacenere sul tavolo riempito a metà.
C'è la Warmap e c'è il comunicato della prima grande battaglia di Polaris.
La prima sconfitta.
E poi ci sono i cento super soldati schiavi.

Il fumo si solleva dalle labbra pigramente, aspirato con nausea e sputato senza aria.
"Smetti di fumare Wright?"
"L'idea è quella."
Sheena prende posto di fianco a me, con una tazza di Scotch ed un pacchetto di Cheltenham nuove di zecca Se ne accende una. La guardo.
"Hai davvero intenzione di comprare quei ragazzini?"
"L'ho già fatto."
"Il Wright che conoscevo non avrebbe accettato."
"Tu non conosci nessun Wright!"
La sigaretta viene spenta, un'altra viene accesa immediatamente dopo. Due sole boccate, prima buttare in gola una buona sorsata di quella brodaglia di caffè sintetico e vodka altamente alcolica.
"Bullfinch non finirà come Hera. Noi vinceremo la guerra. Polaris sarà libera: è sarà la prima."
Lei mi guarda, sospirando e bevendo il suo orrendo Scotch. Scuote il capo.
"Te lo ricordi, McAllister?"
Mi tocco la testa, la tempia. 
"E' sempre qui dentro."
"Sgancia i siluri e getta le granate..."
"...ma tieniti stretto il cuore in petto."
"Aye, Wright. Vai a dormire, domani dobbiamo ripartire."
Mi allunga un sorriso stanco, così come mi allunga una manata dietro la nuca.
Il secondo pacchetto di Cheltenham l'ha lasciato sul tavolo.

lunedì 30 settembre 2013

Fuck your lips

Sono tutti ripartiti; dopo il matrimonio di Harry sono andati tutti via.
Chi tornato su Tauron e chi a St. Andrew.
Olvir non la finiva più di dire cazzosanto mentre giocava con la nave di legno fatta da John e l'orsetto di Jack.

Bolton è in viaggio con sua moglie.
Spera di tornare prima che cominci il conflitto: sarà un pilota civile eventualmente.

La nuova Brigade non ha ancora un nome.
Poco male: la dobbiamo comunque sistemare prima della partenza. Ho preso il carburante e ho caricato i viveri. Sun e Phil devono controllare che i motori siano a posto.
"L'Ammiraglio Rooster mi ha detto che vi avrei trovato qui, Capitano Wright."
Una voce femminile. Nuova, credo.
"Non prendiamo passeggeri a bo..."
Mi rimetto in piedi e mentre giro il busto il fiato si spezza in gola. 
"...rdo."
"Ehi vacci piano Wright, ti cade la mascella così."
Ci vuole qualche secondo per richiudere la bocca e riassumere una espressione più dignitosa.
I capelli neri sono più lunghi ora, rispetto agli anni precedenti, raccolti in una coda di cavallo alta. Il viso invecchiato di qualche anno ma sempre lo stesso sorrisetto beffardo e strafottente. Il browncoat, anche quello è lo stesso, ma cambiano le mostrine dei gradi.
Mi si avvicina senza che io possa fare nulla per riportare le distanze.Impietrito come se avessi davanti un fantasma. Sento che poi lei ha le mani sulle mie spalle ma è solo quando vedo il suo viso troppo vicino al mio che riesco a riprendere possesso delle mie capacità. Porto le mani all'altezza delle sue spalle e con un semplice gesto, veloce e rabbioso, la spintono indietro.
"Cos'è? Sei diventata una checca anche tu dopo questi anni?"
"Per gli Dei! Odino, Thor e tutti gli Dei! Chi ti credi di essere per spuntare dalla tua fottuta tomba e venire qui da me, ah!? Potevi restare morta...dopo tutti questi anni che differenza avrebbe fatt..."
Lo schiaffo non lo vedo arrivare, lo sento solamente quando mi arrossa il viso. Il sorrisetto sul viso di lei è sparito sempre di più man mano che continuavo a sbraitarle contro finchè non è scomparso del tutto.
"Sei un animale Red Wright. Sempre uguale nonostante tutti questi anni."
"Già. Tutti questi anni in cui ti sei fatta spacciare per morta."
"Ho perso la memoria a Serenity Valley!"
Il secondo schiaffo non arriva dalla sua mano, ma dalle sue parole.
"Ho perso la memoria, sono stata recuperata da un Wyoming di supporto e grazie alle piastrine militari mi hanno ricondotta sul mio pianeta. Non ricordavo nessuno di voi."
"Oppure era un modo per scappare. Avanti Rogers, non sarebbe stata la prima volta. Finchè c'era la guerra avevi una scusa, ma con la guerra finita non avresti avuto nessun motivo per tirarti ancora indietro."
"Ti ho cercato, quando ho recuperato la memoria, Wright. Ma tu eri sparito, Bolton era sparito: tutti voi eravate spariti. Che dovevo fare? Non conosco il 'Verse tanto quanto te perciò mi sono detta che se non eravate morti prima o poi vi avrei intercettati."
La guardo per altri lunghi secondi. Scuoto il capo.
"Potrai anche avere le belle referenze che l'Ammiraglio Rose ti ha vantato e che ti hanno permesso di entrare nel Terzo Array, ma non ti credo. Anyway, ora siamo sulla stessa barca: porta la tua roba in una cabina libera e preparati ad un lungo viaggio."
"Right. Ma fai un sorriso ogni tanto, non ti fa male."
Fanculo il tuo fottuto sorriso.
E Fanculo le tue labbra.

domenica 29 settembre 2013

Shotgun Fire

"Niente pelliccia questa volta?"
"Non schiatterò di caldo al tuo matrimonio."
Un completo molto semplice e sobrio, camicia, giacca e pantaloni. La colorazione è grigia. Più mi guardo più penso che avrei dovuto dire ad Eolen di portare la pelle di tigre come col matrimonio di Eir.



"Smettila con quella cazzo di pelliccia, Red, non siamo a Winter."
"Allora dovevo mettere il browncoat."
"Tantomeno in guerra. Relax Red, relax. Piuttosto, visto che tu già sei pronto accompagna tuo figlio in chiesa che io aspetto Eir. Vi raggiungiamo."
E quando lascio la stanza del saloon per scendere al pian terreno ho una strana sensazione. Olvir scorrazza, di tanti in tanto mi guarda per assicurarsi che non mi sia perso. Accelero il passo solo quando esce dal saloon poco prima di me. All'esterno del saloon ed in quella stradina laterale alla main street c'è un bel baccano. I miei compagni dell'Almost Home, chi più o meno in anticipo o in ritardo, si attardano anche loro per avviarsi in chiesa. Incrocio con lo sguardo Jack ed in braccio una piccoletta che riconoscerei tra mille: Cecilia. Mi avvicino a loro per accarezzare il visino della bimbetta. Poi quando mi sento tirare il giacchetto dal basso, capisco il perchè della brutta sensazione. Mi volto lentamente.
"Daddy! C'è zio Ritter!"
Guardo Olvir ed annuisco. Lui corre verso Eleazar pretendendo da lui di essere preso in braccio. Lo fa, con aria stanca e pigra, così come permette al piccoletto di torturargli il naso.
"Mungere vacche non ti ha ancora ammazzato, vecchio mio!"
 Una poderosa pacca sulla spalla del coroniano, di quelle che lui apprezza tanto.
"Wright, simpatico come un pugno nello stomaco".
"O sul naso."
Intanto nonostante le premesse iniziali, arrivano anche le due rispettive signore: Eolen ed Eir. La prima mi butta addosso un occhiaraccia severa del tipo non ti avevo detto di portare tuo figlio in chiesa?. Ma l'altra è decisamente più convincente. Mi avvicino alla meccanica per poterla stritolare per bene.
"Stai una favola Sterling."
"'ttanediguerra Polly! E' vero anche che non devi aspettare i matrimoni per abbracciarmi."
"Prima pensiamo a liberare il 'Verse. Una cosa alla volta."



La cerimonia è stata intima, con pochi invitati, gli stretti, da entrambe le parti. Eppure tutto il paese è nella piccola chiesetta per vedere l'unione della figlia del fornaio con un soldato della resistenza. Bolton è ben visto da quelli del paese: la benda sull'occhio gli da un'aria rispettabile. Ma era meglio quando c'era Rooster a far da pastore. Il Reverendo la sta tirando troppo per le lunghe. Poi a furia di parlare di pecore e greggi, comincia a venirmi fame. Dannazione. Harry e Sarah saranno felici insieme. Mi guardo intorno. Perchè Haggerty sta di fianco ad Ed. Mmm. La cosa mi puzza.

A fine cerimonia mi guardo intorno: trovo mia moglie che parla con Cortes e mio figlio che viene stropicciato dalla 'leafer. Dei...forse era quella la brutta sensazione. O forse no.
"Wright."
"Che succede Capitano? Quella faccia non mi piace."
"Bolton ha richiesto il congedo definitivo dall'Array."
"E perchè non me l'avete detto?"
"Una cosa alla volta Wright. Vedrai che quando tornerà la settimana prossima, ti dirà tutto. Oh e a proposito."
"What else?"
"Su raccomandata dell'Ammiraglio Rose e dell'Alto Comando, oltre che di qualche altro pezzo grosso dell'Intelligence, abbiamo un nuovo pilota nell'Array trasferita direttamente dal Quarto da Safeport. Tra le sue referenze dice che viene da Spartaca, ha seguito un addestramento militare da Sottufficiali ed è stata Capitano di Vascello a Serenity Valley. Ha delle buone referenze, ci farà comodo visto che Bolton non sarà più dei nostri."
"Come si chiama?"
"Rogers. Sheena Rogers."
Si, era questa la pessima sensazione. Sicuramente questa. 

Questions

"Senti un pò, Harry..."
"mmh!?"
"Ma che hai invitato anche Haggerty al tuo matrimonio?"
"mh mh"
Annuisce. 
"Ma che cazzo c'entra lui col tuo matrimonio?"
"A Safeport aveva dell'ottima bloom. Buona notte Red."
E chiude la porta della sua cabina.
"Vi siete visti a Safeport? Ma tu non fumi Cazzosanto!"