martedì 16 aprile 2013

Family affairs

"Avanti Harry! Riporta la tua roba in cabina."
"Non ti basto più io, Red!? Da quando hai bisogno di un terzo pilota?"
"Per tutti gli Dei, Harry! Non ho forza per sentire i tuoi piagnistei."
"La plancia non è così grande per tutti e tre. Ed io sono di troppo."
"Ma se te ne vai tu, chi mi dice che sono una testa di cazzo?"
"Beh, non sono affari che mi riguardano. Sono sicuro che Renshaw avrà bisogno di un pilota d'esperienza come me."
"Se pensi che una volta a bordo con l'Ammiraglio, potrai continuare a bere ottima vodka ed avere abbastanza ore libere per andare dalle puttane del Jackmark, ti conviene portarti dietro qualche cassa ed un paio di dozzine di fotografie di belle donnine."
"Va bene Red, ma solo perchè senza di me saresti un uomo perso."
"E ricordati di pulire i cessi: è il tuo turno."
"Sei una fottuta testa di cazzo, Wright!"

giovedì 11 aprile 2013

Chi dorme è perduto

Non dormo da un'eternità.
Nonostante i turni di cinque ore che ci scambiamo io ed Harry, perdo il sonno ad intervalli di una o due ore. Controllare che tutto prosegua bene, controllare che la rotta sia giusta.
"Hai bisogno di dormire Red."
"Ho dormito abbastanza."
"Ci sono i sonniferi nella sickbay; allungateli con un bicchiere di vodka."
Ci rifletto: non tocco alcool da secoli.
"Siamo vicini al border, Harry. Non posso calarmi quella roba."
"Devi riposare."
"Cambio di turni Harry. Ci scambiamo la plancia tra cinque ore."
"Red devi..."
"Non discutere."
"Sei una testa di cazzo, Wright. Sei una grandissima testa di cazzo quando non ragioni."
Lui va via ma non lo guardo; mi metto semplicemente ai sensori avanzati della Dick Frick ed osservo i dati vuoti dello spazio nero che ci circondano. Crollare a terra con una bottiglia di rum, per ore. Non è questo il mio ruolo. Jack è lì, col polmone bucato e con una gambe oltre il velo. John e Schmidt che riempirebbero di tritolo i culi di ogni fottuto vaccaro del Black Oak ed Hale da solo a badare che non facciano cazzate. Ed nell'Almost Home con Sharpe. Solo due piloti. Riposare...riposerò quando sarà il momento. Siamo in guerra: in guerra si dorme con un occhio aperto e con il fucile in braccio; con le orecchie tese ad aspettarsi il fischio di un siluro da un momento all'altro. Chi dorme è perduto. Chi si distrae è perso e chi non si guarda le spalle è morto. Ed ho ancora troppi motivi per non crepare.

Bisogna trovare una fottuta rotta più rapida per raggiungere Greenfield. Posso sempre contare sul tabacco e sul caffè però.

domenica 7 aprile 2013

Choices

E' un'enternità che non rimetto piede a casa. Dalla storia dell'Hunter's League.
Sono successe tante cose nel mezzo.
"Cercano una nave per spostare del carbone da Sunset Tower a Flame."
"Ce lo ripaghiamo il viaggio Harry?"
"Va bene la famiglia Red, ma ti conosco."
Era un si, a modo suo. Una rotta veloce ci avrebbe fatto perdere una manciata di giorni. Sarei andato, tornato, e nessuno se ne sarebbe accorto. Avviso Jack.

Viaggio sonnolento, nessun marauders e nessun pirata. Meglio così.
Atterriamo ad Icewolf che è mezzodì, quando dai comignoli si solleva odore di carne e dalle strade le urla di gioia dei ragazzini che giocano. La piccola piazzola dietro casa mia è pulita dalla neve, così come le strade. La primavera si sente di meno da queste parti. Raffreddiamo i motori della Dick Frick e scendiamo a terra. Come al solito il primo a saltarmi addosso è Wolf: lo devo tenere fermo per non farmi lavare completamente il muso con quella sua linguaccia.
"Alla Dick Frick servirebbe qualche paratia nuova, Red: è palesemente un rottame."
"E al signor Wright servirebbero un bel pò di calci in culo."
Due voci femminili. Le riconoscerei anche senza guardarle. Frìda ed Eolen, le mie due donne. Per fortuna ho braccia abbastanza grandi per stringerle tutte e due. Poi rientriamo in casa e Frìda finisce di preparare la zuppa calda, piena di talmente tanta carne che di zuppa c'è n'e rimasta poca. Mangiamo e parliamo. I miei zii sono partiti per Tauron, in un clima meno rigido che la loro vecchiaia riesce a sopportare meglio. Frìda ha gli occhi che brillano mentre parla di uno dei suoi viaggi spaziali, a recuperare l'equipaggio di una nave saccheggiata e depredata da un gruppo di pirati. E' elettrizzata: sembra me con una quindicina d'anni in meno. Bolton la sfotte bonariamente; i due si punzecchiano come fratello e sorella. Eolen invece mi guarda e sta zitta; mi fa cenno di seguirla al piano superiore. Nessn'altro obbietta.


"No non puoi venire con me."
"Andiamo Red! So difendermi, so usare il fucile meglio di te."
"Non se ne parla. A Safeport non dureresti due giorni. Ed io non posso star a pensare anche a te su quel fottuto scoglio. Mi impedirebbe di fare il mio dovere."
"E quale sarebbe il tuo dovere? Io pensavo che il tuo dovere fosse fare il marito e magari anche il padre. Invece te ne vai in giro con quel vecchio e polveroso Browncoat a ripulire il 'Verse. Puoi non dirmi niente, ma io conosco te e conosco Bolton e ve lo si legge in faccia che per voi la guerra non è mai finita."
"Mi stai chiedendo di scegliere Eolen? Te lo dissi che non devi mai farmi scegliere tra l'Almost Home e ..."
"Per tutti gli Dei, Red! Io sono tua moglie, dovresti stare con me e non con un branco di cani sciolti che seguono una..."
"Basta così! Hai detto fin troppo."
Rimetto addosso anche il cappotto, finendomi di coprire per bene. Delusione e rabbia, si mischiano tutti in maniera strana nella testa. Lei mi guarda e mi ferma prima che possa andarmene. Mi abbraccia e trema. Mi abbraccia con rabbia e forza.
"Non farti ammazzare."
"Non ci riusciranno."
Qualche bacio, altri abbracci. Poi è tempo dei saluti. Il sole sta calando e noi dobbiamo finire lo scarico giù a Flame. Serviranno poche ore e dopo cena si riparte. Pochi giorni come d'accordo. Tutto lineare sulla tabella di marcia.