venerdì 13 luglio 2012

Xentio nella testa

E' da quando siamo tornati a Blackrock che Bolton è strano. Si allontana dalla nave e scompare per ore intere. Non è neanche andato al bordello di Molly. Chissà se c'entra ancora Fanya.
Non l'hanno mai ammesso, ma secondo me programmavano di andare a vivere insieme un giorno, quando avrebbero avuto i soldi per comprare una casa su Bullfinch. Li ho sentiti che stavano parlando di comprare un ranch e mettere su qualche attività tranquilla.
Ma si sa che la guerra cambia molto.
Tutto.

Io e Bolton siamo entrati nella squadra aerea, come piloti; i gemelli Carson nella fanteria.

A Blackrock la resistenza stava cadendo. La notizia che anche Shadetrack e Shijie erano stati distrutti, dopo Boros, aveva messo tutti di cattivo umore, aveva reso l'aria impregnata di morte, più di quanto non lo fosse già. Un malumore che si era insinuato anche tra di noi. Fanye ed Harry litigarono per qualche motivo, pesantemente. Fu il loro ultimo discorso.

La mattina come al solito sveglia all'alba, colazione alla tenda adibita a mensa e poi sull'attenti davanti al Tenente McAllister.
"Come avrete sicuramente sentito dalla cronaca di guerra, anche Shadetrack e Shijie sono cadute, bombardate dalle forze alleate. Molti dei nostri fratelli sono caduti."
L'impassibile Tenente si ferma per qualche secondo, perdendo lo sguardo dalla sua truppa aerea. Abbassa lo sguardo, inspira e poi torna a posare su di noi lo sguardo.
"Potremmo fare la loro stessa fine da un giorno all'altro. Ma non per questo noi ci ritireremo come codardi e come cani. Non per questo smetteremo di riempire di piombo le teste degli invasori. Io dico che è meglio morire liberi, che vivere come schiavi. E se il Soldato Senzadio Wright ha ragione, ci ritroveremo presto a bere insieme e a mangiare cinghiale!"
Era stato deciso che quel giorno sarebbe stata disposta un maggiore forza aerea durante l'attacco, per cercare di sfondare le linee nemiche più rapidamente. Io e Bolton per questo motivo venimmo assegnati su due velivoli A-11 differenti. La battaglia comincia e il rumore dei siluri e del mitragliatore coprono il suono degli scoppi e delle urla. La sabbia diventa rossa man mano che passano i minuti. Ma come tutti si aspettavano, presto gli Avenger alleati cominciarono a riempire i cieli e il laser ed i siluri di quelle navi a riempire l'aria. In pochi minuti diventa l'inferno. Brandelli di corpi volano, le trincee smantellate da piogge di artiglieria laser.
Alla fanteria viene ordinato di ritirarsi, coperti dal fuoco dei velivoli. Ma i reggimenti presenti sul pianeta si ribellano e continuano la loro carica contro le forze nemiche.

Jorristad è un ragazzo poco più giovane di me. Lo conosco da quando è ragazzino, abbiamo passato l'infanzia insieme su St. Andrew. I nostri padri cacciavano insieme. Jorristad partì con uno strano bonzo. Questo bonzo giunse un giorno a Flame e raccontò che lui con la sua concentrazione era diventato immune alla fatica, al freddo ed al caldo. Lo derisero tutti. Ma quando il bonzo restò sotto la gelida cascata di Wolfwall per un giorno ed una notte battendo tutti gli uomini più forti dei villaggi, molti ragazzini decisero di seguirlo per imparare.

Jorristad era a Blackrock, implacabile, instancabile davanti a tutto e tutti. Quando sfondarono le linee avvaersarie (io lo vidi, l'avevo davanti) non cadde al fuoco di mitragliatori, non cadde al fuoco delle granate. Perse un braccio ma continuava a mietere vittime imbracciando l'arma con l'unico braccio rimasto. Dovettero sparargli un siluro da un Avenger per buttarlo a terra. Morì, ma con lui morirono decine di Marines.

Caddero troppi dei nostri, il bombardamento risparmiò quei pochi che decisero di ritirarsi dietro le linee. Dopo molti mesi, Blackrock era caduto.

Arrivò il conteggio dei dispersi. E quando Fanya e Gary non risposero all'appello, Bolton si precipitò sul luogo dello scontro, a cercare tra i cadaveri. Lo seguii per evitare che facesse cazzate. I corpi dei Gemelli li trovammo all'alba, poco distanti tra loro, in condizioni pietose. E fu l'unica volta che vidi piangere Harry. Non si perdonò mai il come si sono lasciati, la notte prima.

E quella zona in cui ci fu il combattimento non fu l'unica fossa comune in tutto il pianeta. Tombe che si contano per centinaia di metri.
Ma la guerra si doveva spostare a Sturges e non c'era tempo di pregare per i caduti.

Ho lasciato gli altri a caricare la merce di Jack Red alla Dick Frick. Voglio salutare i Gemelli. Vado al cimitero. C'è ancora puzza di Xentio nella mia testa. Qualcuno ha messo una pietra sulla loro tomba. Forse John e Bolton. Anche John oggi non s'è visto. In una sola Hololapide ci sono i due gemelli abbracciati ed ancora sceriffi. Prima del nostro incontro. Mi accendo una sigaretta e ricordo ciò che abbiamo passato insieme. Sorrido. So che avrebbero voluto che nessuno piangesse sulle loro tombe.
"Presto ci rivedremo amici. E torneremo a solcare i cieli del 'Verse. Liberi, per sempre."
Presto ci si rivede tutti. Da qualche parte. In qualche modo. Ma ci si rivede tutti.

Un pò di alcol e qualche donna ci tirerà su il morale; abbiamo un nuovo contatto per i traffici, dobbiamo festeggiare.
Spero che Molly riesca a tirare un pò su Bolton.

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