mercoledì 14 agosto 2013

Peace of Mind

Ho chiuso personalmente Black ed i suoi bastardi nelle celle del penitenziario della Water Valley: non vedranno altro che neve e neve nera di Vulcano quei bastardi per i prossimi mille anni.

Rooster mi ha firmato il permesso, consegnato direttamente alla base del Nono Array a Flame. Mi lasciano uno shuttle, per rientrare rapidamente, con un ricevitore più potente del segnale cortex, qualora ci fosse bisogno di contattarmi.

Ad agosto la neve di Icewolf a malapena scricchiola sotto gli anfibi.
La gente ha già ammucchiato le prime due pile di legname in vista dell'inverno; a casa nostra le pile di legname sono state ammucchiate alte già da diversi mese. In un'altra settimana potrò ammucchiarne dell'altra.

L'ultima volta che avevo messo piede a casa Polaris non faceva parte della Confederazione ed il browncoat era solo un vecchio polveroso pezzo di stoffa; adesso ho i gradi dell'Esercito. Wolf scodinzola vicino al camino, abbaia rumorosamente quando metto piede dentro casa; Lynx mi guarda con indifferenza, tornando a dormire sopra un'asse di legno della parete.

Il Browncoat l'appendo su qualche chiodo senza troppa cura, però resta appeso.
Mi prendo qualche minuto per guardare il grande salone di quell'abitazione bassa, di un solo piano ed una grande dispensa seminterrata. Il sole non è ancora calato e non c'è nessuno. Mi riscaldo vicino al camino, guardando Wolf che scodinzola aspettando le coccole. La sigaretta, l'ultima da Bullfinch, fumata piano.
Calma e Pace. Il Browncoat.
Polaris è indipendente, Saint Andrew è indipendente. La mia gente, mio figlio, sono liberi.
Se mi ritiro adesso nessuno potrà biasimarmi. Ho fatto il mio dovere.
Il Browncoat.
Il foro in faccia a Bolivar.
Jack in mano ai Pirati.
Ragazzini come John e Cortes.

Non riesco a smettere. Si può smettere di fumare buttando la cicca nel caminetto. Non si può smettere di combattere buttando il fucile nello sgabuzzino.


"Daddy, quando tornano i Browcop."
Eolen e Hust rientrano al calare del sole, dal villaggio vicino. Olvir gioca con la mia barba, che per poco non me la spelacchia tutta.
"Presto boy. Adesso hanno tanto da fare. Siamo diventati liberi."
"Tu e Jack avete preso a calci i Culi Blu. Mummy dice che Jack prende a calci i Culi Blu più meglio di te."
"'Meglio' Hust! 'Meglio', non 'più meglio'!"
Eolen di tanto in tanto lo corregge, negli strafalcioni del piccoletto. 
"Mummy bacchettona!"
Me lo confida a voce bassa, ma non abbastanza bassa da non farsi sentire anche da Eolen, che sorride. 
"Marmocchio insolente."
Noi due invece ridiamo.
Mi chiede di raccontagli delle nuove storie. Glie le racconto. Lynx fa le fusa sulle gambe del piccolino: non so come faccia quel gatto ad aver assunto le dimensioni di un cuscino.
Gli racconto della nave spaziale con un forno a legna a posto del timone; dei farabutti che volevano affondare la Leviathan con una flotta di piccole navi. Gli racconto di Cortes che non sa contare. Alla fine Olvir si addormenta. Lo sistemo a letto.
"Hai qualcosa da proporre per il resto della serata, Signora Wright?!"
"Hust sta dormendo..."
"E allora facciamo piano. Noi abbiamo del lavoro arretrato."
La prima notte passa leggera, così come le notti a seguire.
Olvir si taglia un dito mentre gli faccio vedere i miei coltelli, oppure gli sbatte la corda dell'arco sul naso. All'inizio piange, poi mi guarda angustiato, ma poi ritorna sorridente. Eolen dice che è ancora piccolo e forse ha ragione.

E' pesante il Browncoat e sono pesanti i saluti.
Quando torno a Flame con lo Shuttle non mi viene segnalato nulla, se non la presenza della Leviathan e di Bolton, venuto a riprendersi il suo migliore amico di sventure.


Hale e Mundor catturati.
Flame e Timisoara bombardati.
Sono già in volo quando mi arrivano le notizie.
Sono sicuro che loro non erano a Flame...non avrebbero avuto nessun motivo di essere a Flame.

domenica 4 agosto 2013

Revenge

E' presto: sono le quattro e mezza.
Cortes non si è svegliata ed io non l'ho disturbata questa mattina.
La plancia della Leviathan è deserta, così come il ponte. L'equipaggio è sull'Almost Home, o forse nelle proprie cabine. Parte delle cabine dei passeggeri allestite a celle di detenzione per i trasporti dei prigionieri: dei tre prigionieri. Una sigaretta tra le labbra, tabacco buller.
"Qui Sharpe, richiesta di rinforzi nel quadrante quattro del confine. Siamo sotto attacco!"
Una profonda boccata di fumo. Mi avvio in direzione della stiva vuota, piena. Tutto è pronto per partire.
"Dei! E' morto?"
"Non ancora Red Wright! Devo portarlo in sickbay."
Bolivar coperto di sangue ed un foro nel cervello. Non è grave dice Adler. Come può un proiettile in testa non essere grave. Dei!
Controllo nuovamente la disposizione delle casse e il blindato sistemato ad un angolo della stiva, coperto dal telone nero completamente. Altro fumo che si solleva nella stiva disperdendosi in aria.
"Rooster! Dove diavolo è Rooster?!"
Catturata. In ostaggio. I pirati vogliono trattare. Adler dovrà fare un miracolo e pregare i suoi Dei e quelli di Bolivar se lo vuole riportare qui in piedi. Rooster potrebbe essere già stata uccisa da quelle bestie. Ah! Figli di puttana. Il tempo delle trattative è finito. Moriranno e moriranno tutti. Morirà Black, sua sorella e tutti fino all'ultimo cane che si portano dietro. Le loro navi saranno distrutte una dopo l'altra. Hanno ucciso Bolivar ed hanno ucciso Jack - perchè hanno ucciso anche lei, lo so. Inchioderò i corpi di quei bastardi sulla prua della Leviathan allo stesso modo dei Marauders. E consegnerò i loro corpi bruciati a quella puttana di Ward.