lunedì 31 dicembre 2012

White Wright

A quanto pare Harry è passato per Threesprings mentre tornava da Blackrock. Un pacco regalo ed un paio di lettere. Un cappello di lana fatto da Fania per il mio compleanno, una sua lettera e poi una lettera da...Gwen. Che Thor mi fulmini! Bjorg ha avuto due gemelli. Damn...sono zio, ancora. Dovrò squoiare altri due orsi.

Sono passati dodici anni, mi ricordo quando io e mio cugino Bjorg ce ne stavamo fuori dalla porta di casa a far la guardia alla famiglia. Avevo passato le due settimane precedenti su una nave cargo da Safeport, per tornare su St. Andrew. Una Reflit scassata con un vecchio capitano ubriacone. La Dick Frick era rimasta a Safeport con Karol, Ron e Mona: la nave aveva bisogno di alcune migliorie e di necessarie riparazioni a causa dell'ultimo scontro con un gruppo di Navi alleate tra Pound e Seven Hills. E se io ero tornato ad Icewolf, Harry se n'era tornato su Shijie ed i gemelli Carson erano ripartiti per Blackrock. Tutti, chi poteva, aveva approfittato della pausa per passare del tempo con le loro famiglie.

L'autunno del 2502 era stato particolarmente rigido quell'anno e l'inverno non prometteva nulla di buono. Per tutto il mese di novembre e dicembre le bufere eccessivamente forti non avevano permesso alle navi cargo di sbarcare sul pianeta. L'unica nave abbastanza folle da tentare l'atterraggio sul pianeta fu quella che presi io dove alla guida - nonostante il capitano ubriacone - c'era un pilota anziano ed esperto, nonchè anche lui di St. Andrew. Atterrammo nel pomeriggio dell'ultimo dell'anno.

Ad Icewolf, come i tutti quei villaggi sperduti o isolati, gli uomini passarono la notte a far la guardia al villaggio. L'inverno rigido aveva spinto branchi di lupi a cacciare gli uomini nelle loro case. Io e Bjorg eravamo gli uomini maggiori a casa e zio Back era troppo vecchio per sostenere la bufera di neve tutta la notte. Con noi c'erano anche i fratelli Kregh: Thum e Gwen. Da sempre ad Icewolf i Wright ed i Kregh erano ricordati come tra le migliori delle famiglie di cacciatori della zona. E per questo ci misero a sorveglianza del punto peggiore: meno riparato e maggiormente soggetto ad un attacco.

I nostri corpi, buttati a terra e riempiti di pelli animali per sopportare il freddo, scaldavano la neve mentre i nostri respiri scaldavano il calcio dei fucili.
"Rognvaldr, potevi scegliere un momento migliore per tornartene a casa."
Thum Kregh era aveva un paio d'anni più di me, ma il pianeta l'aveva reso più vecchio di una decina d'anni. Aveva perso ambedue i genitori a causa degli orsi ma non fu fortunato come me. Dovette crescere le tre sorelle più piccole quasi da solo.
"Guarda il lato positivo, Wright. Due, tre mesi qui con noi e ritorni in forma. Da quando sei partito per fare il Pilota, ha perso i muscoli ed hai messo la pancia!"
Gwen Kregh, ad Icewolf la chiamavano Valchiria nera, sempre per via dei capelli scuri come la pece. Con la morte dei genitori aveva seguito il fratello in ogni battuta di caccia imparando in fretta ad essere un ottimo cacciatore. Secondo molti era diventata anche meglio del fratello e non a caso il vecchio Rappresentante delle famiglie di Icewolf le aveva permesso di contribuire attivamente alla difesa del villaggio.
"Cugino, perchè non ci passi la borraccia?! Mi si stanno ghiacciando le palle."
Bjorn Wright invece era sputato a me: stesso grugno sul viso e stessa barba castana in faccia. Stesso pessimo senso dell'umorismo. Stando a quello che dicevano. Io non ho mai considerato il mio umorismo...pessimo.
"Vedete di andarci piano. Questa è Vodka da Koroleva, vi stimpana le orecchie."
"Ehi Wright quella robaccia costa soldi. Neppure con sette pelli di orso te ne compri una!"
"Sei sempre il solito malfidao Thum. Sono già quattro anni che trasporto merci nel 'Verse. Ho anche messo su un equipaggio con i controcazzi e ho comprato una nave nuova. Un Firefly. Ti pare che non abbia qualche conoscenza in giro?"
"Basta che la tua ciurma non sia tutta uguale a quel nanerottolo di Harry. A letto non me lo ricordo granchè in forma."
Le risate soffocate, le voci basse ed i sorsi dei vari alcolici che ci siamo portati dietro. Il tempo che passa e la notte che si fa sempre più scura, sbiadita dalla bufera che imperterrita scende su di noi. Poi improvvisamente Bjorn esplode con un fragoroso rutto.
"Comunque buon anno compari."
Non si sa se sia la mezza notte o meno; ma solleviamo le borracce ugualmente. Poi improvvisamente Gwen ci fa cenno di tacere e di stare in guardia. Ci indica due punti a molti metri da noi.
"White Tigers."
Raggeliamo. Fa freddo ma sentiamo i brividi della paura stringerci le chiappe.
"Red, tu con me. Bjorn e Thum pensate all'altra."
Restiamo a terra, scivoliamo lentamente in direzione della prima tigre. Bjorn e Thum che impediranno all'altra tigre di prenderci alle spalle.
"Contro le tigli non servono fucili, se non a rovinarne le pelli. Wright, te la cavi ancora bene con il coltello da caccia?"
Gwen fa tutto lei. Ha già un piano in mente e io non devo far altro che annuire.
"Aspetta il mio segnale e poi colpisci la tigre sotto l'orecchio. Se sbaglio io crepo."
Lei se la ride; io me la faccio sotto. La bufera rende la caccia a distanza impossibile e cacciare tigri non è come cacciare lupi. Ci mettiamo in ginocchio l'uno di fianco all'altro. Gwen tira fuori uno strano oggetto che provoca uno strano rumore. Sembra il rumore delle corna delle renne sul legno. Lei comincia ed in lontananza qualcosa si muove facendosi sempre più vicino. Non la vediamo finchè non sentiamo qualcosa alle nostre spalle. Un muso che ci annusa. Il coltello in mano che sento bruciare come un tizzone ardente. Lei continua con quel rumore e la tigre passa davanti a noi. Mi passa davanti e sento l'odore del sangue quando l'animale mi alita in faccia. Gwen smette di raschiare e la tigre sembra improvvisamente innervosita. Ringhia e si avvicina alla donna. Il mio sguardo sul collo dell'animale. Gli attimi successivi sono confusi e veloci e se un momento prima Gwen urla a gran voce sbattendo con forza i pugni sul muso dell'animale, il momento dopo io sto sulla bestia rigirando il coltellaccio nella sua gola ed immobilizzandolo con il peso del mio corpo. Mi accorgo delle maniche della pelliccia lacerate e dei graffi sulle braccia solo quando l'animale è ormai stecchito.
"Vedi Rognvaldr. Te lo dicevo io che ti sei rammollito. Una volta una stupida bestia non ti avrebbe fatto quei tagli sulle braccia."
Ridiamo. Cerchiamo di smorzare la tensione
"Tieniti la pelle Wright, la bestia è tua. E poi a casa io ne ho un altro paio."
Arrogante e bella. Sicura di sè. Una donna come quella pochi sarebbero riusciti a sposarsela.
"Sorellina, erano due le tigri da noi."
"Voi femminucce sempre le cose più semplici."
Bjorn e Thum ne avevano prese due di tigri bianche e senza neppure un graffio. I tre si scambiano occhiate e sorrisi, come se sapevano già che dall'altra parte erano due le tigri nascoste. Sguardi complici ai quali non partecipai. Era passato tanto tempo dall'ultima caccia. Mi ero rammollito ed ero diventato quello da difendere.
Rimasi in silenzio per il resto della guardia notturna.

giovedì 27 dicembre 2012

Lo Zoppo e la Barba

La Sand of Siren.
Erano anni che non ne vedevo la divisa...viola?
Da prima di Fargate. Prima della Almost Home. Prima anche della Guerra. Lee era un fottuto pirata; ma del resto anche io, non è che fossi migliore di lui a quei tempi.

Sbarbatello o con chili ed anni in meno. La vecchia Wyoming sotto il culo; Karol si lamentava sempre che quella carretta ci avrebbe lasciato a piedi uno di quei giorni o peggio, ci avrebbe fatto schiantare nella nebula di Safeport. Avevo vent'anni o giù di lì ed ogni volta ch dovevo entrare nella nebula di Safeport almeno un carico saltava per pagare le riparazioni navali.
Il vecchio contrabbandiere di Sunset Tower non era rimasto soddisfatto della consegna di Vodka a Spartaca, avevamo attirato su di noi troppi flottici e avevamo rovinato parte del carico per metterci in fuga. Dovevamo essere affiancati da un contrabbandiere d'esperienza.
"Mettiamo le cose in chiaro femminuccia. Tu non piaci a me ed io non piaccio a te; anzi...io ho sempre avuto una certa attrattiva sulle verginelle ma ehi! Tocchi il culo e sei morto!"
Hang Lee, una carogna. Da quando vidi il suo brutto muso la prima volta, sapevo che sarebbe stato subito amore.
"Verginella a chi?! Ah! Testa di cazzo figlio di una lupa inculata da un orso!"
Gli do un pugno sul naso e per ricompensa mi feci una sttimana su una branda della Sunset Tower con il naso rotto e due costole incrinate. Fu subito amore.

Partimmo per Columbra, per Koroleva ed il secondo carico di vodka. La scia della Siren mi faceva rivoltare lo stomaco. mangiare la polvere stellare di un'altra nave era una cosa talmente rivoltante da farmi ribollire il sangue.
"Cazzo Harry, cazzo Harry, cazzo Harry!"
"Ma vaffanculo Red! Non sono io che guido e non sono io a mettere trizio nei reattori."
"Cazzo Karol! Cazzo Karol! Ca..."
"Wright, potrei quasi salire in plancia e riempirti la bocca di bottoni."
Karol era sempre un amore nelle minacce. Eppure diedi l'ordine di accelerare, di sfruttare l'orbita gravitazionale di Highfall per spingere la nave ancora più velocemente. Quei sorpassi non andrebbero mai fatti, specie se si hanno carrette sotto il culo.
"Booster a tutta potenza Karol! Facciamo mangiare la polvere a quei fottuti damerini col giacchetto fucsia."
E lo feci! Spinsi la nave contro una luna di Highfall e approfittando della accelerazione gravitazionale, della spinta che sarebbe derivata da essa, la nave superò di gran lunga la velocità massima di crociera. Ma la Wyoming non resse.
"Per tutta la vodka blu del 'Verse! Capitano, nella sala macchine i booster hanno ceduto. Fottuta testa di cazzo! Sterco animale cagato da uno scorpione bicipite a due zampe!"
"Ma che cazzo fai Red! Ci stiamo schiantando! Ci stiamo schiantando! Io lo sapevo che dovevo portarmi due puttane a bordo e scopare prima di crepare. Cazzo Red! Cazzo Red!"
Karol e Bolton parlavano in coro, sbraitavano nei dialetti di Shijie e Koroleva. La nave che perdeva quota verso la luna. Le spie d'allarme che lampeggiavano imperterrite per l'imminente schianto. Nella mia testa avevo già il conto alla rovescia.
Non ero un bravo pilota, affatto. Uno sbarbatello con pochissima esperienza vera alle spalle. Eppure misi insieme le poche nozioni che mi aveva insegnato mio zio, quando ero un ragazzotto. Una manciata di secondi in cui avevo inzuppatto la tuta da pilota di sudore freddo. Sono entrato nell'atmosfera della luna ed ho ridotto la velocità fino ad azzerarla. Porto la poppa più in alto della prua e viro finchè la nave non è quasi verticale. A quel punto non ho dovuto far altro che riportare a piena potenza i motori. Uno dei booster cedette del tutto, ma la nave dopo aver sollevato un bel pò di polverone da terra aveva ripreso stabilità. Atterrammo, riprendemmo fiato.
"Hei Wright! Dovreste chiamare Lametta questa vostra carretta. Aveete fatto la barba alla luna che è una meraviglia. Ed un pilota zoppo era proprio quello che ci serviva in questa spedizione."
La comunicazione cortex di Hang Lee, le risate scroscianti dalla loro plancia di comando. Poi però atterrarono, per prestarci un booster fino a Koroleva. Lee ed il suo equipaggio risero per giorni, mesi o anni addirittura. Ed io non riuscii mai a superarlo...non con la Wyoming.

Non fù il nostro ultimo lavoro.
Ci fu la Shadetrack Affaire e la Pirite di Seven Hills. Ma quelle sono altre storie. Ed altre bevute tra i due capitani: me e Lee.

sabato 15 dicembre 2012

Morfina

Morfina del cazzo.
"Ma la finisci di toccarmi fottuto Culo Blu!?"
E dire che i Blues dopo averti piazzato un paio di perforanti ad uno sputo dai polmoni si adoperano con tanto amore a ricacciarli fuori. Ma che cazzo. Lo so che mi tengono in vita solo per dovermi poi martoriare le palle con le loro fottute facce per ogni fottuto giorno di detenzione.
"Ehi però niente male il tuo culetto biondina."
Ma che cazzo sto dicendo? Io non faccio i complimenti al culo dei Culi Blu. Hanno dei fottuti Culi Blu per gli Dei!
Cecilia se ne sta ancora rinchiusa in quel Pit. E' solo una bimbetta. Se la trovano lì con Ritter ma soprattutto con Sterling, finisce che la rinchiudono in uno di quegli orfanotrofi cristiani del cazzo. Io non voglio una nipote che racconta le preghiere a memoria credendo di crederci. O che vada in giro a sparare cazzate come quelli del Black Oak.
"Il giorno in cui è nato il Salvatore...ma che cazzo vuoi tu!"
Morfina del cazzo, adesso rifletto anche ad alta voce.
Fosse stata la mia nave, l'avrei messa in volo in tempo zero. Fanculo i Blues e fanculo la loro Legge. Ma la nave è di Neville, il suo equipaggio ha cercato di riprendere la Dick Frick fregandosene di essere massacrati dai Blues. Ora è il mio turno di ricambiare il favore; io non dimentico i favori. 
"E non toccarmi le piastrine. Giuro che t'ammazzo! T'ammazzo belle chiappe. Toccati le chiappe se devi toccare qualcosa!"
Eppure favore o no, dentro quella nave c'è mia nipote. beccarmi due perforanti ad uno sputo di polmoni per mia nipote. Si, è stata la scelta giusta. Tra tutta la merda che ho spalato in questi giorni, in queste settimane, spero che questi due proiettili siano serviti a fare qualcosa di giusto. Che cosa valiamo se non sappiamo proteggere le persone a cui teniamo!?
"No, toglietemi quella cazzo di morf..."
Improvvisamente ho anche sonno.

martedì 11 dicembre 2012

Seven

Sei, forse sette.
Ho perso il conto.
Sono le tre. L'ho chiesto al secondino. Ho dormito tutto il giorno; ed ora sono le tre. Quelle fottute pillole di Varela hanno funzionato. La testa è leggera. 
Sette ore e sono libero.
Sette. Ho questo fottuto sette in testa. Lo sapevo che mi avrebbe rincoglionito questa roba.
Seven deadly sins
Mother Mary; Victory. Esorcizzavano un gruppo di donne e ragazze. Avevano ballato scalze nel bosco. Ho assistito a quella fottuta carneficina. 
Seven ways to win
La filastrocca è rimasta qui, in testa e queste fottute pillole me la stanno facendo tornare in testa. Fuochi e pali; legna e carne che arde.
Seven holy paths to Hell
Il sette è un numero che ho sentito molte altre volte. Soprattutto dai cristiani. Dicono che sia un numero sacro, perfetto. C'è chi dice che sia un numero che racchiuda il sacro ed il demoniaco. Non c'ho mai capito nulla. Troppo complicati questi cristiani. Troppa filosofia dietro alle loro preghiere.
And your trip begins
Eppure resta in testa. Sette mesi fa ero solo un reduce, senza nave e con solo troppe cicatrici addosso.
Seven downward slopes
Ho incontrato Jack, pensavo che fosse un uomo Jack Rooster. Credo che quando la chiamai "bellezza" c'abbia messo un bel pò d'autocontrollo per non staccarmi la testa a calci.
Seven bloodies hopes
Abbiamo affondato i Raptors alleati; S.S.Alaska e Almost Home. E' ricominciato tutto; di nuovo un soldato dell'Indipendenza.
Seven are your burning fires
La prigione; i medicinali su Blackrock; il furto dell'Almost Home; la guerra delle Rose; la liberazione di Eric Rose; la distruzione della Hunter's League. Soldato, Caporale, Comandante.
Seven your desires...
Ne abbiamo passate tante, sono passati tanti mesi e sono passati molti soldati nell'Almost Home. Ed io resto ancora qui, insieme ad altri. L'indipendenza e la libertà. Le bramiamo, le desideriamo.
I cristiani parlano di sette sigilli che libereranno sette angeli. Chissà a cosa si riferiscono veramente.

Tanto ormai tanto vale prendere un'altra di queste pillole. Mi risverglierò domani, quando sarò nuovamente libero. E allora si...sarà si l'Apocalisse.

mercoledì 5 dicembre 2012

Prison

"Perchè sei dentro, sfregiato?"
Uno sguardo alle braccia mentre si piegano e si distendono, sollevando da terra tutta la massa corporea ed utilizzando come asse la sbarra metallica e spessa della branda. Tolte le sei ore di sonno, scarse, le restanti diciotto sono troppe per passarle a fumare. Il sudore scende sulla schiena e sul petto mentre continuano quei quotidiani esercizi fisici.
Dalle braccia ricoperte di cicatrici lo sguardo va sul ragazzotto della cella di fronte.
"E tu, sbarbatello?"
Una pausa, inspirando a fondo. L'osservo quel ragazzo, giovane ma atteggiamento da uomo vissuto; atteggiamento da duro di chi non ha niente da temere da nessuno.
"Sbarbatello a me?! Non sai con chi hai a che fare! Mi chiamano Horse, sul cavallo non mi batte nessuno. Ho rubato più cavalli di quanti Mason e Fulham ne posseggono messi insieme. Portami rispetto o quando usciamo da qui ti riempio il culo di piombo."
Le braccia si staccano dall'asta; i piedi vengono riportati a terra. Una pulita del volto per mezzo della canotta.
"Voi davvero saperlo?"
 "Si, parla."
"Ho preso a pugni un Culo Blu, ho detto alla Giuria alleata che sono un branco di cani ed ho armato una nave con batterie laser potenziati."
Il ragazzo resta per qualche attimo interdetto, osservando il pilota ed inspirando a fondo.
"Se vuoi riempirmi ancora le chiappe di piombo, ci vediamo fuori."
Il ragazzo non fiata, si ritira dentro la sua cella e si allunga sulla branda.
Il silenzio che cala per molti altri secondi, finchè non si fa sempre più udibile il suono dei passi di qualcuno in avvicinamento.
"Sto aspettando la cena."
La mia voce echeggia nel breve tratto del corridoio, ma ad entrare è un avvocato; mi sorride e scortato da due guardie entra nella cella.
"Mister Wright, ho letto della sua posizione e mi sono offerto come avvocato d'ufficio per la sua difesa. Come ben saprà, anche in base a queste dichiarazioni sull'armamento della Dick..." - Storce le labbra - "Frick, la sua posizione non è delle mi..."
"Fuori da qui!"
"Mister Wright, lei davvero non capisce?! Lei rischia di farsi alt..."
"Ho detto fuori di qui, per tutti gli Dei! Prima che ti sbatta fuori a calci nel culo!"
Ira negli occhi e le braccia che son piegate in una posizione di istintivo mal controllo. Un movimento in avanti, minaccioso e la paura sale sul volto del corer, che senza farsi pregare due volte esce fuori dalla cella, prontamente richiusa alla sua uscita.
"Te ne pentirai Wright, io potevo aiutarti."
"fai il cagnolino dei tuoi padroni, pezzente. Io non devo dare nessuna spiegazione a nessuno!"
Nella prigione qualcuno ride, qualcuno applaude. L'avvocato si ritira dalla vista del Pilota.
"Potrebbe servirti un uomo che sappia tenere in mano una pistola, Wright. Se hai bisogno di uomini, vienimi a cercare al Crock Saloon."
La voce che si sente da una cella di fianco. Un ghigno, un accenno di sorriso. Prima che tutto torni in silenzio, nella relativa calma di una prigione.

sabato 1 dicembre 2012

Piangono

"Artiglieri, caricare il tubo lancia siluri. Soldato Wright, carica i cannoni laser!"
Tomahawk, Black Guardian, capitanata da Fretherick Jackson. La guerra è ormai iniziata da mesi e le forze Indipendentiste sono cariche ed assetate di Giustizia.
"Soldato Bolton, dirigiti alle coordinate indicate dal sensorista."
Il cuore di Xanto, il centro dell'attività di quel pianeta. La Black Guardian ha il compito di rendere il bombardamento ancora più infernale, mentre gli impatti dei siluri al suolo illuminano la notte limpida.
"Lock acquistato Capitano. Mi preparo ad aprire il fuoco."
Sotto i nostri piedi la gente dorme; qualche luce accesa dai vari grattaceli o dalle sporadiche villetta per ricchi corers. Il bersaglio è acquisito: una struttura a tredici piani che con le ale formano una sorta di E. Gli artiglieri confermano che il siluro è nell'alloggiamento; a dar forza a quelle parole la spia sulla mia consolle. Tuta da pilota; marrone, nuova di zecca quasi, solo qualche mese alle spalle. Non ha gradi, se non la basilare insegna dei soldati semplici.
"Fuoco tra cinque, quattro..."
Un conto alla rovescia, delle levette che vengono premute. Harry è impeccabile, sistemando la nave come se fosse una foglia al vento: immobile e lenta.
"...uno."
Non c'è niente da dire; doppio fuoco, missile sganciato sull'edificio e cannoni laser che spazzano il perimetro adiacente per centinaia di metri. E' fuoco sotto di noi, il panico che si alza dalle strade.
Inspiro a fondo, il sudore che gocciola sul collo e finendo sul colletto della tuta.
"Centro perfetto Wright, i miei complimenti. L'ospedale di Sadrany è andato."
L'ospedale. Raggelo ma annuisco. L'espressione marziale che per un attimo vacilla.
"Loro avrebbero fatto lo stesso con noi, Wright. Non fartene una colpa."
Freddo e schifo. La mente si annebbia. Donne e bambini massacrati con due colpi, con due semplici colpi sulla consolle.
Li sento piangere nella mia testa.
Morti tra cui figurano tre bambini.
Piangono.

Lo stesso sodore sulla faccia, mi sveglio di soprassalto. Le sbarre della fredda cella della base alleata a Greenfield. Mi asciugo la faccia e allungo la schiena sulla branda. Tre bambini. Tre, nove e dodici anni. Un giorno pagheremo per quello che facciamo. 

01.12.14

Ciao Red,
ho saputo che sei rimasto ad Icewolf per parecchi giorni ed io, dannazione, in quei giorni stavo trasportando da New London un carico di medicinali per Richleaf.
Speravo di beccarti al mio ritorno, ma non ci siamo in crociati per poche ore, credo.

Come stai?
Gli affari qui vanno bene. I trasporti di medicinali sono rischiosi soprattutto nel Border. Più volte ci hanno attaccati ma più volte ce l'abbiamo fatta a scamparla. Sono un asso al timone. E c'è una ragazza che mi aiuta ai sensori. Viene da Hera, è davvero brava. Di questo passo diventeremo più abili di te e Harry, ne sono convinta.
L'equipaggio è ancora di ventura, ancora misero. Spero di poter trovare dei compagni come i tuoi anche io, ed avere avventure come quelle che mi raccontavi quando tornavate ad Icewolf.

Nel villaggio, ad Icewolf, si fa festa da giorni.
I Devils hanno dato fuoco alla Hunter, hanno aiutato la nostra gente.
E poi dicono che...beh...E' pericoloso Red, cerca di fare attenzione.
Ti voglio bene; ed anche Eolen te ne vuole. Lo sai, è tua moglie. Ed è in pensiero da quando siete andati via.
Io cerco di tenerla sù, comunque; faccio del mio meglio.

Ah, ti ho allegato alla lettera un cappello di lana, l'ho fatto io durante uno dei viaggi. Te lo volevo dare al tuo compleanno ma so già che per quando andrai a ritirare il pacco alla stazione postale, sarà il tuo compleanno.

Fatti sentire, ho un Pad anche io ora!

Frìda

ps
Ho fatto come mi avevi chiesto, ho portato qualche rifornimento dal tuo Capitano. Sta benone; quella donna è una roccia!

venerdì 30 novembre 2012

Hunting the Hunters

E' stata una carneficina.
Ne parleranno per anni su St. Andrew della carneficina dell'Hunter's League.
Pare che siano crepati più di quaranta corer, ma mi stupisco che venti di loro siano sopravvissuti tra le boscaglie del Saint.

Adesso so solo che ho la testa pesante e gli occhi bordeax. Ho bevuto troppo, anche se non ai livelli di Harry, che se ne sta spanciato nella stiva. A Le Tre Botti la gente festeggiava e beveva ed io non potevo non unirmi alla mia gente in tutta questa gioia. Li abbiamo liberati dal Core e abbiamo permesso loro di tornare a cacciare, vivere nelle loro case e nei loro villaggi, senza più il pericolo dei branchi di lupi alla deriva. E' probabile che se Eolen non mi avesse trascinato a forza con lei, starei ancora dormendo spanciato nella stiva della Dick Frick.

Quasi due settimane ad Icewolf, con mia moglie. Ci stavo quasi facendo l'abitudine a questa specie di quotidianità. Eppure abbiamo fatto già qualche scorta per ripartire. Già; ripartire. Le ho promesso che scenderò su questo pianeta più spesso, ma so che sarà una promessa che non potrò mantenere.

Ed intanto le navi, dopo che sono state riempite con qualche cassa di carne, abbandonano il pianeta bianco.
Quando tutto sarà finito, mi aspetta casa mia. Quando tutto sarà finito, in qualunque caso, mi aspetta il gelo di Icewolf.

sabato 17 novembre 2012

Fucking drink

Ho perso quattro uomini.
Ho perso una nave.
Abbiamo perso un carico.

Doveva filare tutto liscio ed invece è stata una carneficina.

Devo bere...

domenica 11 novembre 2012

March

La faccia sotto l'acqua bollente prima che della schiuma da barba venga messa su ambedue le mani.
Le mani vengono sfregate e poi massaggiano il viso, ruvido di una barbetta di qualche giorno, poco meno di una settimana.
"E' arrivato il Tomahawk, Red. Ed indovina un pò?! Salpo anche io con te, fratello, nel quindicesimo. Si va in guerra!"
Il livido ancora sul viso, il naso che si muove mollemente seppure non dia più quasi nessun problema.
"Hai visto Harry? Te lo dicevo che ti avrebbero preso anche se sei un fottuto nano!"
Occhi spenti e stanchi. Un flacone di Zaleplon lasciato come al solito da Bolton sul lavandino del bagno della Dick Frick.
"Mia madre mi ha inviato un pacco con due cappelli di lana nuovi nuovi. Li ha cuciti lei. Ha detto che uno è per te, così che se sentiamo freddo in accampamento, ce li ficchiamo in testa sotto il caschetto."
Afferro il flacone e butto due pillole sul palmo. Per fortuna che le occhiaie si nascondono bene per via dell'ematoma.
"La signora Bolton sa che staremo in plancia di comando e che lì fa caldo?"
Scuoto la testa e rigetto le pillole nel flacone. Lo rimetto a posto.
"Si ma siamo soldati. Metti che finiamo sotto qualche trincea."
La lametta viene sciacquata prima che schiuma e peli duri vengano tolti via dalla faccia. Movimenti meccanici, ripetitivi. Sguardo spento sul riflesso pallido appeso allo specchio.
"Mia zia mi ha mandato due tegami di cinghiale arrosto. Dice che ce n'è abbastanza per la prima settimana. Poi ce ne manda dell'altro."
L'acqua scorre sulla lama, portando via schiuma e barba.
"Tra mia madre e tua zia, Red, fare la guerra sarà una passeggiata!"
Una approssimativa passata di contropelo, prima di finir di pulire la lametta.
"E quando torniamo le donne vorranno tutte accarezzare le nostre ferite di guerra."
Il viso vien gettato sotto l'acqua fredda, pulito. La lametta rimessa a posto.
"Hei che tu devi pensare a Mona. Quella donna lascerebbe il bordello per te, se solo glie lo chiedessi."
La targhetta militare, due targhette identiche appese alla stessa catenella di metallo e che scendono sul petto.
"Io resterò scapolo a vita, Harry. Tu piuttosto, appena finisce 'sta maledetta guerra, vedi di sposarti con Fanya. E non fare lo stronzo come al tuo solito."
Panno in faccia e canottiera nera sul petto. Due schiaffi sulle guancie ed il bagno che viene lasciato alle spalle. Sarà una passeggiata. A walk, a march...a corpses' march.

martedì 30 ottobre 2012

Heavy

Di nuovo il comando e di nuovo una nave che sta per essere affondata.
La mia disattenzione poteva costarci la vita.
Eir ha saputo gestire la situazione meglio di me, un coniglio impaurito appena perde la percezione del terreno. Una fottuta forza relativa con la gravità, alla quale non riesco a fare a meno, nonostante siano anni che viaggio su una nave, attaccato al suolo da una gravità falsa come le tette di una puttana d'alto borgo.
Jack è via, Bolton l'accompagnerà con la Dick Frick.
Non sono passati che una manciata di giorni.
Il Comando.
C'è gente che la brama, che la ricerca con tutte le sue forze.
Comandare.
Un verbo che alletta il palato di troppa gente.
Una parola pesante ma cercata. Corrompe e corrode. La forza con la quale riempie la testa di innumerevoli decisioni in grado di salvare o condannare tante persone.
Io sono sempre stato molto bravo ad eseguire; al massimo guidare un manipolo di contrabbandieri a bordo di una nave. Non è come guidare una cellula di rivoluzionari indipendentisti.
Io e Sterling, insieme, alla testa dei Dust Devils. Solo l'idea mi fa passare la voglia di ridere: quando si hanno vite sulle spalle, la voglia di ridere passa.
Quando Jack tornerà, sarà fiera di noi. I culi blu non si sono liberato della loro spina del fianco...del loro chiodo nel culo.

sabato 20 ottobre 2012

Mowing

"Harry non ci crederai mai!"
"Cosa?"
"Nel Core le donne si depilano completamente."
"Anche tra le gambe?"
"Si!"
"Ed il cespuglio?"
"Mow!"
"Oh Santo Dio!"

venerdì 19 ottobre 2012

Cibo per avvoltoi

Le rotte della Jin Logistics sembrano le migliori. Più controllo le rotte e le navi, più sono sicuro che sia la scelta migliore. Fertilizzante da riutilizzare su Shijie, Shadetrack, Boros, Hera...

Hera era in subbuglio. Le industrie belliche lavoravano a pieno regime e i cantieri navali sfornavano ogni giorno decine di navi per l'ultima, sanguinosa, campagna di quella lunga guerra.
Arrivai sul pianeta con una enorme Tomahawk, piena dei pochi soldati abbattuti sopravvissuti. Uno stato comatoso indotto dalle innumerevoli medicine che mi avevano somministrato per evitare che il ventre squarciato e cucito alla meno peggio mi uccidesse. Arrivai che la battaglia non era ancora cominciata e mi svegliai che l'artiglieria pesante tuonava tutt'intorno.
"Tenetelo fermo per Dio!"
Urlava Gregory Huston alla sua squadra medica; il dottore che mi salvò la vita.
"Non fatelo alzare! E' crepato quel Cristo!"
Eppure io sbraitavo, urlavo, mi dimenavo. Nella Serenity Valley si stava scrivendo la storia ed io ero buttato su quel lettino d'infermieria, con delle flebo attaccate al braccio, con il ventre bloccato per mezzo di una placca metallica. Eppure ogni volta che sforzavo gli addominali per poter anche solo pensare di alzare la schiena, era come essere riempito del piombo di molti fucili. Le lacrime sul volto: rabbia, impotenza e dolore.
E mentre io mi lamento sulla mia branda, vengo giorno dopo giorno circondato da gente mutilata dalle granate o rese guerce dalle schegge. I medici sono a decine, ad occuparsi velocemente di chi è salvabile, o rendendo meno sofferta la morte di altri.
Impotenza e rabbia, la consapovelezza di dover passare il resto di quelle settimane su una branda, senza poter andare fuori e uccidere giacche blu o dare la mia parte in quella battaglia.
Mi imbottiscono di antidolorifici e le braccia sono piene di flebo. E' un costante stato di semi coscienza, alternando le lunghe ore di sonno ai sofferti minuti in cui il sangue mi ribolle per non potermi alzare da quella fottuta branda. Io dormivo ed i miei compagni facevano da banchetto per gli avvoltoi.
"Datemi un fottuto A-11. Per tutti gli dei, datemi un A-11."
Le frasi tutte uguali, ed il Doc che mi aumentava la dose di morfina per rimbambirmi di nuovo.
La guerra era quasi finita, i morti diventati senza cifra, quando sgombrarono i campi dei feriti da Hera per trasferirli su Richleaf, insieme a parte della popolazione civile del pianeta. Seppi la conclusione dello scontro per mezzo dei giornali, come chiunque altro non avesse preso minimamente parte allo scontro. Mi avevano tolto la placca dallo stomaco e dovevo far girare le ruote di una sgangherata sedia a rotelle per muovermi in una delle strutture mediche. Il browncoat coi gradi da caporale mi scaldava ancora le ossa. La gente mi guardava con commiserazione e pietà, come si guarda un vecchio scemo che non può più intendere e volere.
Se non fosse stato per Bolton e per la Dick Frick...

La nave è atterrata su Greenfield da diversi minuti. Mi sono addormentato di nuovo. Fottuta sveglia...il pad sta andando anche lui a puttane.

sabato 13 ottobre 2012

Soldier

La guerra civile ha riempito il cimitero di Timisoara di altri duecento corpi.
C'era tutta la cittadina ad assistere alle celebrazioni, persino Taylor, Hesker ed Erik Rose.
Io me ne sono stato in fondo al cimitero, commemorando i duecento browncoat che sono ancora caduti per una guerra fraticida.
La guerra civile è finita, possiamo ripartire da Bullfinch. Jack ed Eir usciranno presto, resteranno un giorno in più sul pianeta.
Bolton ha riempito la nave di trizio e provviste. Resteremo in volo a lungo.
A Safeport mi aspetta il Kappa due mentre a Saint Andrew c'è Eolen.

E' ottobre sul pianeta ghiacciato, la neve ha già riempito la zona boreale del pianeta da diverse settimane. Mi ha accolto nuovamente la bufera di neve come un abbraccio materno: fitto e imponente. Sono costretto ad atterrare a Flame, per non dover rischiare di ritrovarmi la nave bloccata dalla neve. L'equipaggio alloggia a Le Tre Botti, io vado da lei ed il tempo per dormire è stato poco.
In mattinata la tormenta s'è placata ed al sorgere del sole la gente è in fermento, muovendosi per caricare gli ultimi quintali di legname utile per l'inverno, quando il gelo del Saint diventa il nemico peggiore su quel pianeta. Io salgo fino ad Icewolf, dalla mia famiglia. Molti degli abitanti si sono trasferiti a Flame a causa dell'inverno e degli animali selvatici incattiviti. Ma la mia famiglia no. Resto due giorni per aiutarli, con le provviste, con il legname. Ho trasportato un pò di roba da Bullfinch, dovrebbe aiutarli.
Frìda lavora per una industria farmaceutica di Richleaf, pare che abbia trovato una nave da guidare e dei carichi da trasportare. Sta mettendo su un bel pò di soldi per acquistare una nave sua; pare abbia preso davvero sul serio l'idea di diventare migliore di suo cugino.

Ho avuto molto tempo per parlare con Eolen, riguardo noi, riguardo il futuro.
Ed è stata una cerimonia privata, per un certo senso segreta. Non voglio che la voce arrivi a qualche Corer, o a qualche Contractors stanziato sul mio pianeta per via dell'Hunter's League. Non la voglio ficcare nei casini.
Abbiamo giurato davanti a Frigg ed abbiamo bevuto dalla stessa coppa uno strano infuso. Ah boh...i matrimoni li fanno così, ma non ho mai capito cosa il sacerdote faccia per creare quell'orrenda brodaglia. Poi abbiamo cacciato insieme, tutta la notte. Niente festeggiamenti, non abbiamo detto niente a nessuno. Mi ha ascoltato, sa che se ho deciso così ho i miei motivi.

Due giorni e due notti, poi con la Dick Frick siamo ripartiti. Tornare a casa due giorni ogni trenta, se tutto va bene. Ma sono un soldato ed è giusto che sia così.

sabato 6 ottobre 2012

Past

C'ho fatto l'abitudine a vagare in una nave deserta e silenziosa nel cuore della notte. Non che nel 'Verse, nel nulla, ci sia differenza tra giorno e notte. A Oak Town era sera, a Hall Point pomeriggio, e sarà mattina presto quando sbarcheremo a Timisoara. Adesso stando all'orologio che ho sul pad, ed ai dati sincronizzati su Bullfinch, dovrebbe essere notte fonda, anche se a Greefield è pieno giorno. E tra tutto questo caos, c'è la lineare assenza di tempo del viaggiare nello spazio. Nello spazio non c'è ora, non c'è giorno, non c'è anno. Nulla.

Sono ormai passati più di dieci giorni dall'Ex-Day, sono passati otto Ex-Day dall'inizio della guerra. Un intervallo di tempo come se fossero due pianeti distanti anni ed anni e nel mezzo il 'Verse profondo. La guerra, la morte, Fargate, i Devils. Il browncoat e la vecchia tuta dell'aviazione indipendentista. La tradizione di bruciare vecchi oggetti, superflui e legati al passato; l'ultimo oggetto bruciato in un falò è stata una bandiera alleata, otto anni fa. Anni in cui non serviva un Ex-Day per veder bruciare cose, persone, passati. Ogni giorno era un Ex-Day, dove le fiaccole volanti erano le luci delle navi spaziali ed i falò non altro che siluri e cannonate. La musica veniva suonata da lunghi banjos automatici, o magari da armoniche lanciagranate. Ed a cantare intorno al falò, le urla degli uomini. Abbiamo acceso falò, abbiamo bruciato passati. 

Nella nave dormono tutti, io ho perso l'abitudine a dormire a lungo e bene. Se avessi imparato a dormire con un occhio aperto, chissà, magari riuscirei a dormire meglio. Bolton probabilmente avrebbe qualche difficoltà a riguardo.

Se ho imparato qualcosa dalla guerra, è che il passato non si cancella nè si brucia; dal passato non ci si svincola buttandolo nel fuoco. Il passato è d'appertutto, quando si è svegli e quando si dorme. Il passato è come le miriade di stelle che riempiono il 'Verse nero, quando si viaggia nello spazio.
Quando giungerà il momento, brucerò solo un oggetto. Ma quel momento è ancora lontano.

lunedì 24 settembre 2012

La resa è il tradimento.

"Per questa volta ti è andata bene Red, ma la prossima volta evitate di fare gli stronzi solo in due."
Bolton sembra mia madre quando si impegna. Però ha ragione. Sembrava che fosse di nuovo tutto come anni fa, in guerra. I Marines e gli Indipendentisti. Ma questa volta c'erano solo fottuti mercenari pagati per far scorrere sangue.
E poi i fucili, le granate, il fuoco, le esplosioni. I cadaveri.
Non ci abitua mai a tutto questo; muoversi sul filo del rasoio rischiando la pelle ogni volta che si sente il tuono dei fucili che fanno fuoco. Non ci si abitua mai del tutto; eppure per noi sembra quasi normale.
Zoya è brava. E' stata un Phantom ma Jack sembra fidrasi abbastanza per averla portata qui sù con noi. Potrebbe essere un buon acquisto per i Diavoli. Potrebbe.
Ammaccature, graffi e ferite di poco conto. Tutta roba che in un paio di giorni non lasceranno neppure cicatrici evidenti. Nulla in grado di fermarci per continuare a fare il nostro dovere su questo pianeta. Non arriveranno i Marines, ma se lo faranno, non renderanno Bullfinch come Shijie o Shadetrack.

Ho bevuto alla salute dei compagni browncoat caduti oggi, ieri o l'altro ieri; di quale fazione dei Rose non importa. Sessantanove fino ad ora. Settanta uomini che ci tengono d'occhio e che si aspettano grandi cose da quelli come noi che sono ancora vivi. I milioni di altri compagni, morti durante la guerra, che si aspettano che le loro famiglie ancora su questo 'Verse abbiamo l'agnoniata indipendenza e libertà.

Non li possiamo deludere. Non possiamo tradirli. Arrendersi significa tradire.

E la guerra non aspetta gli uomini, perciò meglio che torni di sotto, sulla strada, a vegliare che la cittadininanza dorma un'altra fottutissima notte, tranquilla.

domenica 9 settembre 2012

I Pirati bevono Whisky

Una foto della guerra. Probabile che fossero le prime settimane d'arruolamento, quando ancora la guerra non ci aveva logorati. Volti di giovani soldati sorridenti. Soldati semplici, i primi che cadono sul campo. Volti di giovani fantasmi, dei quali si son salvati solo una manciata. Ci sono i gemelli Carson, Bolton, West, Logan. Chissà che fine ha fatto West. C'è anche Halley.
"Ponte di comando, qui Gixus One. Pronti al decollo."
Sturges. La Serenity Valley di molti piloti.
"Ehy Wright, mi hanno detto che a Blackrock ne hai fatti fuori un bel pò!"
"Non più di quelli che avrebbero fatto fuori me, Halley."
Tra i piloti c'era ancora troppa convinzione che Sturges avrebbe svoltato a nostro favore. Io però con la caduta di Blackrock cominciavo a dubitare nella nostra vittoria. Sapevo che avremmo perso anche nello spazio; speravo di avere torto. Ed io sapevo anche di non essere il migliore, così come non era Halley il migliore. Eravamo bravi, ma non i migliori.
"Ah-ah Wright, bel colpo! Con questa stiamo a cinque!"
"Attenzione che qui ci lookano ogni tre per due!"
Mai come quella volta ero agitato. Navi nemiche d'appertutto. Laser e siluri guizzanti che sfioravano la plancia per schiantarsi altrove. Esplosioni, rottami e corpi fluttuanti.
Ma noi eravamo bravi. Non i migliori, ma bravi. 
"Due siluri e tre colpi di batteria Capitano. Fanculo!"
Ma essere bravi non è mai sufficiente in quelle circostanze.
"Atterriamo Halley. E se non ci muoviamo, qui ci fanno saltare in aria."
Ma in due non siamo bastati per salvarci entrambi. Lo schianto dell'atterraggio d'emergenza fu fatale per Halley. A lui è bastata una trave in un polmone per farlo morire soffocato dal suo stesso sangue. A me non è bastato lo squarcio sullo stomaco, la ferraglia ardente dalla quale mi sono tirato fuori o i due giorni a marcire su quel pianeta. Analgesici. No. Non ricordo di essere sopravvissuto su quel pianeta. Magari sono morto per davvero.

Una foto vecchia di otto anni. E' passato un bel pò di tempo, sono cambiate molte cose. Ma almeno in quel tempo i pirati bevevano rum e i commercianti bevevano whisky. Ora i pirati bevono whisky ed i commercianti fanno i pirati. Prima della guerra i pallettoni non si sprecavano.

sabato 1 settembre 2012

Un Wright si riconosce...

Tornato da scuola, ero andato al capanno di mio padre, per aiutarlo a finire di scuoiare i lupi; finimmo alle tre, c'erano sette lupi da ripulire prima dell'alba. La domenica non si faceva scuola, mi piaceva passare del tempo col mio vecchio.
"Zio Back domani va a Bullfinch. Posso andare?"
"Quanti giorni?"
"Solo tre. Mi ha promesso che mi fa vedere come si guida la White Wolf."
Il vecchio sorride e poggia sul tavolo il coltello. Si lava le mani in una bacinella. Poi si accende una sigaretta. Per poco non si da fuoco alla folta barba bionda che gli riempiva la faccia.
"Fottuti cerini di Hall Point."
Sbraita, per una manciata di secondi per poi annuire.
"Parla con tua madre domani mattina."
Ero felice. Saltellavo. Hust "Abjorn" Wright era tanto grosso quanto buono, calmo e pacato. Non l'ho mai visto crucciato o incazzato. Solo qualche sbraito di tanto in tanto.
"Back ti porta dove? Quando? Per quanto tempo? Ma non lo sa che tu stai studiando? Oh ma ora che lo prendo mi sente, a metterti queste strane idee in testa! Misericordia divina!"
Mia madre invece sapeva sempre come smontarmi. Jane Winston, l'esatto contrario di mio padre. Dura, imperiosa, autoritaria.
"Avanti signora Wright, lascialo andare."
"No mister Hust. Tuo fratello mette sempre strane idee in testa a Red."
Un dibattito così poteva andare avanti per ore.
"Avanti dolcezza! Che piaceva anche a te passare del tempo nella plancia di comando quando Back se ne andava a dormire."
Lui la punzecchia, lei che borbotta. Perfino il mio vecchio si sarà preso un paio di pugni nello stomaco da mia madre, ma rideva.
"Va bene va bene. Vai pure con tuo zio. Ma solo per questa volta e senza che ci prendi gusto. Se non era perchè andavate a Bullfinch col cavolo che ti ci mandavo!"
Un dito che si muoveva nell'aria con fare di ammonizione tetro ed austero. Annuivo, le davo ragione. Avevo vinto la prima piccola battaglia e mamma si doveva abituare alla cosa. Un passetto alla volta.
"Dirò alla signora Inga di farti lezioni di pome...ehi biondino! Dove scappi sto parlando con te!"
Ma ormai ero già fuori, per vantarmi con altri ragazzini che sarei andato nello spazio con la White Wolf.
Ed il giorno dopo era quasi un sogno ad occhi aperti, il decollo della nave ed i colori rossastri dell'atmosfera bucata; e poi St. Andrew di un colore bianco, quasi una perla vista attraverso gli oblò.
Mia madre non si abituò mai a mandarmi nello spazio sempre più spesso, al contrario di mio padre che invece aveva già capito che ero tale e quale a lui. 
"Un Wright si riconosce," - Dice sempre mio zio. - "un Wright è nato per lo spazio".
E pensare che da una Evolution scassata, sono arrivato ad una Brigade appena sfornata. Per una manciata di secondi mi sembrava di essere quel ragazzino davanti alla perla bianca del pianeta natale; ma poi riaffiorano altri vecchi ricordi, ed allora è meglio tornarsene a dormire.

sabato 18 agosto 2012

Non è sangue

Disteso a terra, pancia in giù. Sguardo attento.
Il respiro è lento, la pulsazione cardiaca regolare.
Il Fucile è piazzato in spalla, caricatore pieno; la sicura levata via.
La testa è poggiata sul fucile, si sente il fresco ed umido ferro sul mento; si potrebbe quasi sentire anche i proiettili respirare.
Lo stomaco è fradicio della rugiada dell'erba e sporco della terra umida.
"Soldato Wright, cosa vedi dalla tua postazione?"
E' un cinghiale. Forse mi ha fiutato. Se ne sta fermo e si guarda intorno.
Le zanne di un cinghiale non sono meno pericolose di quelle di un lupo.
"Comandante Treson, la seconda squadra è pronta a coprirvi."
Il fucile viene sollevato, l'occhio destro che si chiude.
Il respiro sul calcio si fa ancora più leggero.
Indice sinistro che sfiora il grilletto.
Mano destra che stringe la presa sul carrello.
"Ah-ah-ah. I Marines se la sono data a gambe e hanno lasciato l'accampamanto completamente sguarnito."
Striscio per avvicinarmi di qualche passo, il cinghiale mi volta le spalle. 
E' tutto così tranquillo.
Ora la mira sembra perfetta.
"Era una trappola! Ritirata! Ritir..."
Il cinchiale gratta la zampa sul terreno, fa una piccola rincorsa e gira su sè stesso. 
Mi punta.
"Wright, Carson, West, Logan, fuoco di copertura sulla terza e quarta squadra."
Il primo colpo a tamburo viene esploso, il cinghiale che cade a terra dopo la prima rincorsa.
"Cadono come fruscelli questi blues."
Un secondo cinghiale spunta da un punto nascosto.
Prende la carica e mi colpisce.
Sono costretto ad usare il coltello, tenendolo fermo col braccio che sta tentando di spezzarmi.
"Siamo al Fiume. Wright, seconda squadra, ritiratevi. La prima squadra è caduta, è inutile coprirla ancora."
La coltellata si affonda nell'occhio del cinghiale, ma non demorde.
Vuole prendermi il braccio.
Anche un solo dito può essere utile.
"Voi andate. Restiamo io e Logan."
Altri due affondi, il cingiale cade.
Il braccio solo dolorante.

Mi gratto la testa e mi metto seduto.
Inspiro a fondo e mi tocco lo stomaco.
Non è sangue di Logan. Non è il suo cadavere.
Sono solo cinghiali.
Non è sangue, solo acqua.

sabato 11 agosto 2012

Cambiamenti

Metà di agosto, su St. Andrew la temperatura comincia a calare e le giornate cominciano già a sembrare più cupe e scure. La tormenta di neve ci ha rallentati nell'atterraggio, fortunatamente solo di pochi minuti: infatti si è acquietata quel tanto che bastava per permettere l'atterraggio della Dick Frick a Icewolf, nella solita piazzetta utilizzata raramente dal villaggio.
Zio Back, aveva insistito affinchè tutta la famiglia si riunisse. Oltre a lui, zia Denetha e Frìda, la più piccola della famiglia, erano saliti da Winter anche il cugino Bjorg e sua moglie Gwen; da Hare Pass i gemelli Vàli e Vagn, quest'ultimo con la moglie Anne; ed infine da Valk la maggiore delle sorelle, Eydìs.
Bolton ormai non fa più caso ad essere l'unico nano lì dentro dove persino le donne sono più alte di lui di almeno un cinque centimetri.
"Quanto ci liberiamo dei corer culilisci, cugino?"
Bjorg è inquieto. Da Flame, così come da Winter, le voci sul prossimo attacco alla Hunter è sulla bocca di tutti.
"Non c'è fretta."
Calmo, quieto. Non c'è fretta, la revenge sta arrivando anche per noi del Saint.
Gli altri cugini non si pronunciano a riguardo, ma leggo sui loro occhi lo sguardo ricolmo di odio. Si cena con calma, mi faccio aggiornare sui villaggi colpiti dai lupi o dagli orsi. I senzatetto aumentano. Poi alla fine del banchetto Back si alza in piedi.
"E' tempo che Frìda decida che cosa sia della sua vita."
Zio non è mai stato uno che fa lunghe premesse o uno che addolcisce pillole amare con lunghi discorsi smielati.
"Non siamo mai stati ricchi. Nessuno di voi purtroppo ha avuto una giusta istruzione come i corer, ma vi siete tirati su bene, benissimo. Probabile che siete stati più in gamba voi cinque che io."
Un sorriso soddisfatto, compiaciuto, che esprime l'orgoglio di aver visto confermarsi i suoi quattro, cinque acquisiti, figli anche con una pessima e scarsa istruzione scolastica. Ma il discorso del capofamiglia continua.
"Anche se ci sono meno bocche da sfamare adesso, rispetto a diciotto anni fa, non ci saranno trattamenti di favore per te Frìda. Come ogni Wright che si rispetti a St. Andrew, sai cacciare animali e conciare le loro pelli. Inoltre tuo cugino ti ha insegnato a pilotare una nave."
Inspiro a fondo e batto un pugno sul tavolo.
"Frìda deve studiare zio, per gli Dei! E' più sveglia di noi. Aveva dodici anni la prima volta che salì sulla Dick Frick e dopo una settimana aveva già capito come funzionava una plancia di comando. Io c'ho messo due anni.
"Io non la manderò a studiare nel Core! E' un trattamento di riguardo che non ho avuto verso nessuno, nè l'avrò con lei."
"Quando comprai la Wyoming mi aiutasti zio. Perchè non darle questa opportunità. Potrebbe vivere meglio di tutti noi. E poi posso aiutarla anche io economicamente."
"Erano pochi dollari ricavati dalla vecchia Evolution. L'abbiamo comprata io e tuo padre, insieme, ma c'ho lavorato praticamente solo io negli ultimi anni. E' stato giusto così! Quante volte ancora devo ripetertelo Red!?"
"Ma non è questo il punto! Il punto è..."
Ma Frìda ci interrompe, alzando la voce in un vigoroso basta.
"Non voglio trattamenti di favore nè il tuo aiuto Red. Non voglio i tuoi soldi. Non voglio la carità di nessuno. Sarò io a decidere se restare qui, se partire e se studiare. Come mantenermi e dove mantenermi. Nessuno qui ha mai deciso per la vita degli altri, io non mi farò tenere per mano da nessuno nè deciderete voi cosa io debba fare! Sono stufa di essere la marmocchia di turno."
Lei mi fulmina con un'occhiataccia, poi si alza e si rimette la pelliccia, uscendo fuori e sbattendo la porta alle proprie spalle. Le donne al tavolo annuiscono e si guardano tra di loro compiaciute dell'atteggiamento della ragazza. Io sono l'unico che rimane spiazzato e interdetto. Troppo tempo nel 'Verse pensando alla guerra, perdendomi la crescita di Frìda, il cambiamento da marmocchietto biondo entusiasmata dalla vista di Polaris da uno degli oblò della Dick Frick, ad una convinta Wright con le palle quadrate.
La famiglia presto si divide, ognuno torna nella propria abitazione nel proprio villaggio. Gwen annuncia la sua gravidanza iniziata da un paio di mesi e l'idea di diventare presto zio sembra piacermi. Bjorg sarà un ottimo padre. Chissà se potrei essere padre, ed un buon padre anche io. Penso ad un marmocchio dai capelli rossi frignante. Sembra bello.
Io e Back ci guardiamo per un'ora ancora, con una bottiglia di qualche benzina; poi lui va a dormire e resto solo io, in cucina. Frìda rientra con Wolf poco dopo.
"Scusami Red."
Sembra dispiaciuta, ma la convinzione non scompare dal suo sguardo.
"Perdonami tu. Hai ragione ed io sono un coglione."
L'abbraccio più forte che posso, lei che si lamenta che la stritolo.
"Allora? Quando mandi in pensione Harry e mi metti in plancia come copilota della Dick Frick?"
Rido. Scuoto la testa.
"Nella Dick Frick c'è posto per un solo Wright: come Capitano. Se ami il 'Verse prendi una nave e forma un equipaggio. Impara a farti rispettare da un gruppo di ignoranti cowboy spaziali e poi ne riparliamo."
Un foglietto con un contatto cortex.
"Vendono navi usate e scassate. Comincia con una Wyoming. In un paio di mesi riuscirai a pagartela."
Non mi stancherei mai di abbracciarla. Bolton ritorna con la comunicazione dalla Almost Home di rientrare. Saluto Frìda e lascio i saluti agli zii. Dico a Wolf di prendersi cura di casa. Poi abbandoniamo il villaggio, il pianeta. Penso a quello che ho passato, sbarbatello e con un equipaggio di stronzi. Immagino Frìda in un casino simile.
"Ce la vedi Frìda a pilotare questa nave Harry?"
Bolton mi guarda crucciato.
"Mi vuoi mandare in pensione, finocchio bastardo?!"
"Per noi la guerra non è ancora finita Harry. E questa nave ha bisogno di un Wright al comando. Gli anni passano. Potrei non sedere per sempre su questa plancia."
Bolton sta per ribattere, ma l'anticipo.
"Metti che liberiamo il 'Verse e il Grizzly mi promuove Ammiraglio in una Skyscreaper."
"Ed io divento sceriffo di Cap City."
 Ridiamo.

domenica 5 agosto 2012

Nero

"Il regalo è impacchettato Harry. Riporta le chiappe a Greenfield. Noi ci muoviamo in nottata."
Non me ne frega di aver disturbato Bolton con qualche puttana, dobbiamo andare a Clackline. E serve la Dick Frick.
Fuori stanno ancora bevendo quella vodka annacquata; ne approfitto per buttarmi sulla branda qualche minuto. Non finiranno troppo presto.
"Il 'Verse è Blu."
'Manco per il cazzo! Sterling si sbaglia di grosso. E' un ammasso di roba che fluttua nel nulla. Un ammasso di roba che da colore al nero. Se il 'Verse fosse blu non avrei mai fatto il pilota.

Dietro la porta c'è ancora il poster di Polly Wright che mi ha regalato Eir tempo fa. Non ho mai raccontato di averla conosciuta. L'omonimia non era passata inosservata neanche in guerra. Eppure la vidi una volta solamente e per una manciata di minuti, il tempo di una sigaretta. Alla vigilia della battaglia di Sturges alcuni degli Ammiragli avevano riunito su Hera tutti i piloti, o comunque la maggior parte, della flotta indipendentista. Io venni ricevuto dal solito Markolf.
"Soldato Wright, ti ho chiamato solo perchè ho scommesso con McAllister che tu su un Raptor a Sturges non ci saresti mai salito."
Lui mi guarda serio ed io rispondo con un mezzo ghigno sul volto.
"Signore, spero che non abbia scommesso troppo con il Tenente. Il Tenente è di Greenfield, conosce bene i cavalli. Soprattutto quelli da corsa."
Una battuta che nonostante tutto suscita l'ilarità dell'Ammiraglio.
"Wright, chi salveresti tra nave ed equipaggio in una battaglia spaziale?"
"Signore, se affonda la nave crepa l'equipaggio e se crepa l'equipaggio affonda la nave."
Mi interrompe e non mi lascia continuare.
"Allora vedi di riportare il Raptor e l'equipaggio sulla piattaforma spaziale alla fine della battaglia."
Mi congedo velocemente prima che l'Ammiraglio potesse diventare troppo sentimentale e potesse crollarmi un mito di freddezza ed impassibilità. Ma non sembrava dispiaciuto della scommessa persa.
Polly se ne stava seduta tranquillamente in una delle panchine che divideva la zona Polaris da quella Columba, per i colloqui.
"Un altro Wright tra i Piloti. Non sapevo di avere parenti."
Non è sconosciuta la mia lentezza nel capire determinate battute. La scusa dell'accendino è sempre la migliore per attaccare bottone.
"No, non ho parenti nel Saint."
Quattro chiacchiere. Lei un pilota di linea, io un contrabbandiere. Ma tutti e due browncoat per quella sporca guerra che avrebbe cambiato la nostra vita in maniera radicale. Finite le sigarette ci stringiamo la mano e ci diamo due colpi sulla spalla.
"Non farti affondare Vichingo. E quando vinceremo la guerra voglio un pò della vostra birra."
"Dolcezza, non bastano quattro stronzi col culo liscio e con la tuta blu per mandarmi a picco."
Ma quando si parlava di vittoria l'entusiasmo non era più quello di quattro anni prima. Troppe sconfitte e poche vittorie. Sturges poteva cambiare il volto della guerra, con l'abilità di piloti e artiglieri. Non bastò comunque. Dopo essere stato pilota in diverse Medium e Heavy, mi promossero a Capitano della Gixus One, un Raptor da guerra. Ma le cose non andarono precisamente come previsto a Sturges.

Per quel che riguarda Polly Wright, quei dieci minuti furono gli unici che passammo insieme.

Che sia Valhalla o che sia Paradiso, non può finire tutto nel Nero.
"Un fottuto Paradiso ce lo siamo meritati."

martedì 31 luglio 2012

La bella Duchessa

Le volpi di Bullfinch non sono per niente male. Mi ricordavo che avessero carne più dura. E l'acqua di qualche ruscello è gelida al punto giusto. Il sole sorge e non riesco a prendere sonno.
Si potrebbe optare per passare sulla rotta dei bovini o magari deviando sulla tratta degli schiavi. Una qualche tratto simile a queste, sicuramente sicure. Se poi si fanno vivi quelli dalla M.D.C. allora in dieci minuti la tratta è fatta.

I Cimiteri delle navi. Per gli Dei. Non ci ripensavo da una vita, dai tempi del contrabbando. Mi sento anche i peli del culo dritti. Tutte le storie sentite tra gli ubriaconi in giro per il 'Verse. Nelle migliori bettole maleodoranti del 'Rim.
"Io ci sono stato lì, ai confini del 'Verse, in uno dei cimiteri...mooolti anni...hick!...fa."
Si faceva chiamare Draco, ma probabile che avesse un qualche nome russo considerata l'accento tanto evidente quanto la puzza di vodka che sputava fuori ogni volta che apriva bocca. Una gamba di legno, una benda su un occhio, un braccio mozzato. Barba bianca fino all'inguine ed un paio di denti d'oro (patacche).
"Sei solo un vecchio cazzaro che ha perso le zampe lavorando in miniera!"
Gli urlano dietro altri tipi dall'aria burbera e poco raccomandabile. Draco insiste.
"Io ero un corsaro branco di sbarbatelli. Ho solcato i cinque mari e sono anche stato oltre i confini del 'Verse conosciuto!"
Ma inutilmente il vecchio suscitava solo l'ilarità e le risate della gente. Sarà che forse ero un ragazzotto di poco più di vent'anni, ma quelle storie le trovavo interessanti. Forse gli credevo anche al vecchio. Un pò di vodka ed il vecchio mi comincia a raccontare la storia della sua vita. Donne, duelli all'ultimo sangue, la sua flotta di cinque Wyoming e la sua nave ammiraglia di nome Fort Second ispirato a chissà quale storia di guerra. Ma a me interessavano i cimiteri.
"Non è posto per sbarbatelli, forse neanche per barbatelli. Non con la Duchessa a piede libero."
Lo guardo, sgrano gli occhi ed è evidente che non capisca.
"La Duchessa Senza Volto, ragazzo."
Chiedo spiegazioni e così comincia a raccontare.
"Prima che ci fosse il 'Verse conosciuto e tutta questa rivalità tra i sistemi...se non mi sono rimbambito si tratta della seconda colonizzazione, quando ricominciò l'espansione dal Core al 'Rim. Tra le navi in esplorazione, un'ammiraglia era governata da una delle più belle donne che il vecchio 'Verse aveva potuto conoscere. Scomparso il marito nello spazio, decise di partire alla ricerca dell'amato. L'oscurità e lo sconforto tuttavia cominciarono a logorare la giovane donna ed insieme agli anni perse anche il senno. Rifiutandosi di atterrare e fare rifornimento, sedusse e addormentò con qualche veleno il suo equpaggio che venne poi utilizzato come carburante per la nave. Tanto fu l'orrore nel Cosmo che questa scelleratezza venne punita. La nave divenne invisibile così che se anche avesse ritrovato il marito, questo non l'avrebbe mai vista. Ed inoltre fu condannata a vagare per sempre solo nei cimiteri delle navi, così che se avesse ritrovato l'amato, sarebbe stato solo da cadavere. "
Sento tutt'ora un brivido lungo la schiena nel ripensare a questa leggenda. Ma non finiva così.
"Molti, anche io, hanno sentito la Duchessa, poichè non la si può vedere, impossibile anche che venga segnalata da potenti sensori. Prima si sentiranno dei canti, quasi ammaliani, poi comincerà un pianto disperato. Poi si verrà lookati. A quel punto si può solo scappare e sperare che si sia scelta la direzione giusta e di avere sufficiente carburante per scappare. La Duchessa cerca ancora il suo amato e finchè non lo trova, continuerà ad alimentare la sua nave con i cadaveri dei naviganti."
Prendo l'armonicada dentro la camicia; me la rigiro tra le mani. Un paio di coordinate scritte sul retro.
"Io sono vecchio ed inutile. Se pensi che la pelle valga più di qualunque ricchezza, suonaci con questa armonica, ti porterà fortuna. Altrimenti, sul retro...e la Duchessa."
Non credo di avere abbastanza fegato dal scoprire cosa ci sia alle coordinate segnate dal vecchio Draco. Nonostante la guerra e nonostante tutto, credo che non avrei ancora le palle di scendere lì sotto, in qualche angolo del 'Verse e scorprire se il vecchio si sia preso burle di me o se mi avesse fatto un regalo per averlo ascoltato, forse il primo e l'unico, dalla prima all'ultima parola.
Certo è che la Duchessa dovrà aspettare ancora prima di bruciarmi in un reattore.