sabato 1 dicembre 2012

Piangono

"Artiglieri, caricare il tubo lancia siluri. Soldato Wright, carica i cannoni laser!"
Tomahawk, Black Guardian, capitanata da Fretherick Jackson. La guerra è ormai iniziata da mesi e le forze Indipendentiste sono cariche ed assetate di Giustizia.
"Soldato Bolton, dirigiti alle coordinate indicate dal sensorista."
Il cuore di Xanto, il centro dell'attività di quel pianeta. La Black Guardian ha il compito di rendere il bombardamento ancora più infernale, mentre gli impatti dei siluri al suolo illuminano la notte limpida.
"Lock acquistato Capitano. Mi preparo ad aprire il fuoco."
Sotto i nostri piedi la gente dorme; qualche luce accesa dai vari grattaceli o dalle sporadiche villetta per ricchi corers. Il bersaglio è acquisito: una struttura a tredici piani che con le ale formano una sorta di E. Gli artiglieri confermano che il siluro è nell'alloggiamento; a dar forza a quelle parole la spia sulla mia consolle. Tuta da pilota; marrone, nuova di zecca quasi, solo qualche mese alle spalle. Non ha gradi, se non la basilare insegna dei soldati semplici.
"Fuoco tra cinque, quattro..."
Un conto alla rovescia, delle levette che vengono premute. Harry è impeccabile, sistemando la nave come se fosse una foglia al vento: immobile e lenta.
"...uno."
Non c'è niente da dire; doppio fuoco, missile sganciato sull'edificio e cannoni laser che spazzano il perimetro adiacente per centinaia di metri. E' fuoco sotto di noi, il panico che si alza dalle strade.
Inspiro a fondo, il sudore che gocciola sul collo e finendo sul colletto della tuta.
"Centro perfetto Wright, i miei complimenti. L'ospedale di Sadrany è andato."
L'ospedale. Raggelo ma annuisco. L'espressione marziale che per un attimo vacilla.
"Loro avrebbero fatto lo stesso con noi, Wright. Non fartene una colpa."
Freddo e schifo. La mente si annebbia. Donne e bambini massacrati con due colpi, con due semplici colpi sulla consolle.
Li sento piangere nella mia testa.
Morti tra cui figurano tre bambini.
Piangono.

Lo stesso sodore sulla faccia, mi sveglio di soprassalto. Le sbarre della fredda cella della base alleata a Greenfield. Mi asciugo la faccia e allungo la schiena sulla branda. Tre bambini. Tre, nove e dodici anni. Un giorno pagheremo per quello che facciamo. 

Nessun commento:

Posta un commento