domenica 5 agosto 2012

Nero

"Il regalo è impacchettato Harry. Riporta le chiappe a Greenfield. Noi ci muoviamo in nottata."
Non me ne frega di aver disturbato Bolton con qualche puttana, dobbiamo andare a Clackline. E serve la Dick Frick.
Fuori stanno ancora bevendo quella vodka annacquata; ne approfitto per buttarmi sulla branda qualche minuto. Non finiranno troppo presto.
"Il 'Verse è Blu."
'Manco per il cazzo! Sterling si sbaglia di grosso. E' un ammasso di roba che fluttua nel nulla. Un ammasso di roba che da colore al nero. Se il 'Verse fosse blu non avrei mai fatto il pilota.

Dietro la porta c'è ancora il poster di Polly Wright che mi ha regalato Eir tempo fa. Non ho mai raccontato di averla conosciuta. L'omonimia non era passata inosservata neanche in guerra. Eppure la vidi una volta solamente e per una manciata di minuti, il tempo di una sigaretta. Alla vigilia della battaglia di Sturges alcuni degli Ammiragli avevano riunito su Hera tutti i piloti, o comunque la maggior parte, della flotta indipendentista. Io venni ricevuto dal solito Markolf.
"Soldato Wright, ti ho chiamato solo perchè ho scommesso con McAllister che tu su un Raptor a Sturges non ci saresti mai salito."
Lui mi guarda serio ed io rispondo con un mezzo ghigno sul volto.
"Signore, spero che non abbia scommesso troppo con il Tenente. Il Tenente è di Greenfield, conosce bene i cavalli. Soprattutto quelli da corsa."
Una battuta che nonostante tutto suscita l'ilarità dell'Ammiraglio.
"Wright, chi salveresti tra nave ed equipaggio in una battaglia spaziale?"
"Signore, se affonda la nave crepa l'equipaggio e se crepa l'equipaggio affonda la nave."
Mi interrompe e non mi lascia continuare.
"Allora vedi di riportare il Raptor e l'equipaggio sulla piattaforma spaziale alla fine della battaglia."
Mi congedo velocemente prima che l'Ammiraglio potesse diventare troppo sentimentale e potesse crollarmi un mito di freddezza ed impassibilità. Ma non sembrava dispiaciuto della scommessa persa.
Polly se ne stava seduta tranquillamente in una delle panchine che divideva la zona Polaris da quella Columba, per i colloqui.
"Un altro Wright tra i Piloti. Non sapevo di avere parenti."
Non è sconosciuta la mia lentezza nel capire determinate battute. La scusa dell'accendino è sempre la migliore per attaccare bottone.
"No, non ho parenti nel Saint."
Quattro chiacchiere. Lei un pilota di linea, io un contrabbandiere. Ma tutti e due browncoat per quella sporca guerra che avrebbe cambiato la nostra vita in maniera radicale. Finite le sigarette ci stringiamo la mano e ci diamo due colpi sulla spalla.
"Non farti affondare Vichingo. E quando vinceremo la guerra voglio un pò della vostra birra."
"Dolcezza, non bastano quattro stronzi col culo liscio e con la tuta blu per mandarmi a picco."
Ma quando si parlava di vittoria l'entusiasmo non era più quello di quattro anni prima. Troppe sconfitte e poche vittorie. Sturges poteva cambiare il volto della guerra, con l'abilità di piloti e artiglieri. Non bastò comunque. Dopo essere stato pilota in diverse Medium e Heavy, mi promossero a Capitano della Gixus One, un Raptor da guerra. Ma le cose non andarono precisamente come previsto a Sturges.

Per quel che riguarda Polly Wright, quei dieci minuti furono gli unici che passammo insieme.

Che sia Valhalla o che sia Paradiso, non può finire tutto nel Nero.
"Un fottuto Paradiso ce lo siamo meritati."

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