martedì 11 giugno 2013

Pappà

E' tutto finito. Sono fuori.
Ed ora viaggiamo verso Saint Andrew, prima di sbarcare a Bullfinch. Jack ha voluto che tutti andassero sul mio pianeta appena ha saputo che ho un figlio. Già un figlio. Stento a crederci.

Parte dell'equipaggio resta con la Almost Home a Flame, per fare rifornimento.
Un paio di alte jeep, ideali contro la neve, ci aspettano con Bolton.
"Il Capitano mi ha raccontato. Gli Dei ti vogliono bene."
"Questa volta non c'entrano gli dei. Devo la vita a quel fottuto corer...che Thor mi fulmini!"
Entrati nel villaggio qualcuno dalle finestre di Icewolf ci guarda. Di solito usiamo i cani e le slitte. Ma sta volta facciamo un'eccezione. Scendo dalla jeep, il tempo di poggiare i piedi a terra che Wolf, il mio husky grigio, mi gratta con la zampa sul pantalone. Non mi salta addosso, invecchiatosi anche lui. L'accarezzo e lui mi lecca il collo.
"Rognvaldr!"
Urla Mundur Manto Rosso, quando spunta fuori dalla Grande Casa del villaggio. Maestoso e riempito di pelli nere, dei lupi neri. Scarsi due metri d'altezza per un quintale e mezzo di muscolatura. Dietro la schiena un'ascia bipenne da guerra.
"Io lo sapevo che non saresti mai caduto a Fargate. Ci avrei scommesso le palle con tutto il cazzo! Però ti sei dimagrito, Rognvaldr! Stasera tu ed i tuoi..."
Guarda Jack, Sam, Klaus, Sundance. Li squadra dalla testa ai piedi più volte.
"Sono i miei compagni Mundur. Non è possibile che ti ricordi solo di quel guercio di Bolton!"
Mundur scoppia a ridere. Mi da una pacca possente sulla spalla e poi ruggisce.
"Stasera tutta la popolazione di Icewolf mangerà alla Grande Casa. Festa per tutti. Un nostro Fratello è vivo e abbisogna delle nostre canzoni!"
E solo quando finisce di ululare come un orso bianco mi guarda di nuovo dall'alto.
"Ora vai a trovare il tuo marmocchietto biondo, Wright."
Ed infatti tornando a guardare la porta la vedo, Eolen, in piedi ed in lacrime con in braccio un marmocchietto biondo di poco più di un anno. La guardo a quei pochi metri. Guardo mio figlio in uno strano stato di esitazione. Respiri profondi prima di avvicinarmi e zoppicare. Raggiungerla e stringerla a me. Il bimbetto ci guarda incuriosito. Un sorrisetto sulle labbra.
"Pappà?"
L'interrogazione è leggera, poco percepibile. Scoppiamo a ridere.
"Si è papà, Olvir."
Eolen lo prende meglio in braccio e mi fa cenno di prenderlo. Ecco, questa roba non me l'hanno mai spiegato.
"Pappà tonto."
Olvir agita le manine, ansioso di essere preso in braccio. E' intelligente, Eolen gli avrà parlato di me. Inspiro a fondo e lo prendo. Faccio attenzione. Sento gli occhi inquisitori, sguardi che urlano se cade ti pesto di Eolen ma anche di Jack. Ma alla fine nonostante tutto ce la faccio. Lo prendo in braccio, un bacio sulla fronte.
"Pappà ha viso pizzicoso!"
"Papà ha un regalo per te, Hust Olvir."
Lo chiamo in ambo i modi, dovrà abituarsi. Metto il piccolino di nuovo in braccio ad Eolen e vado a prendere il micio. Torno poi verso la porta e sollevo il micetto ad Olvir.
"Lynx, Olvir. Si chiama Lynx."
"Fizz."
"Pure Fizz va bene. E' un gatto e ti terrà compagnia. Wolf sta diventando vecchio e quindi in tre vi guardate le chiappe...cioè, spalle...tra voi. Right, Olvir?"
"Guardiamo chiappe! Guardiamo chiappe!"
Scompiglio i capelli al biondino. Un altro bacio sulla fronte. Poi lascio il micetto a terra lasciando che se ne vada dentro da qualche parte.
Ho ancora del tempo per stare con mio figlio prima di andare alla Grande Casa. Gli racconterò di come la neve era scesa per la prima volta su Icewolf, quando tutto era nero e poi divenne bianco grazie alle lacrime di Frigg. Eolen se ne sta zitta e ci guarda, ci ascolta. Sorride. E' bello avere una famiglia.

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