venerdì 31 maggio 2013

Son of the Winter

"Dimmi che non stai anche tu su Horyzon..."
La notizia della bomba su Horyzon si è diffusa anche nei pianeti più esterni e periferiferici. Eolen appena ha saputo la notizia non ha aspettato a contattarmi. Attraverso il cortex potrebbe sembrare anche meno preoccupata di quanto non lo sia realmente.
"I fuochi d'artificio volevo guardarli in diretta ma, da una prigione non sarebbe stata la stessa cosa. No, sto su Safeport, al solito."
Lei sospira, si stropiccia gli occhi.
"Voi non c'entrate niente?"
Resto in silenzio. Il tempo di accendermi una sigaretta.
"No."
Non sono mai stato bravo a mentirle. Ma lei lo capisce ugualmente che sto mentendo. E' palesemente nervosa e preoccupata.
"Dovresti tornare ad Icewolf."
"Che succede? Ci sono problemi?"
"Nessuno. E' solo che...sai..."
Lei balbetta, non sa che dire. Io le sorrido.
"Avanti. Mi sembri una corer quando fai così. Non ti sarai rammollita tutta in una volta?"
Eolen la conobbi molti anni prima, dopo la guerra, quando decisi di rimettere mano alla Dick Frick con Bolton. La guerra era finita e l'egemonia dell'Alleanza aveva allungato la mano ovunque. L'esercito Indipendentista disperso o arreso, e quelli come noi non avrebbero mai accettato di lavorare con quelli contro i quali avevamo combattuto. Una nave significava libertà; accettare liberamente quali lavori fare e dove farli. Restare lontano dalla mano dell'Unione Anglo-Cinese.
"Rognvaldr devi finire di guardarle il culo. Non fa per te quella ragazza; non se non metti la testa a posto."
Giù a Flame Jorfag aveva comprato una bettola e l'aveva rimesso a nuovo: Le Tre Botti. Jorfag era stato bandito dal Monte Agnar per la sua amicizia con mio padre, per aver socializzato con la gente di Icewolf. Acquistò il mio capanno di caccia quando decisi di girare per il 'Verse, restando ad Icewolf finchè suo figlio finchè non si arruolò per combattere la guerra. Difese Wolfwall ma non si ritirò, continuando a colpire i soldati durante la loro ritirata. Li seguì fino a Winter anticipandoli di qualche giorno per avvisare la popolazione locale dell'immente arrivo delle truppe nemiche. Ma la gente decise di combattere e la battaglia costò la vita a molta di quella gente. Quando Flame cadde, e la guerra finì lasciandolo privo del suo unico figlio, decise di restare nella capitale e di mettere sù quell'osteria.
"Credo di esserci andato a caccia insieme diverse volte. Possibile?"
"Possibile: è di Winter."
Winter era conosciuta per gli ottimi cacciatori e per le ottime doti mediche delle vecchie che stavano in quel villaggio. Non aveva nulla da invidiare a Flame, ad eccezione di uno spazioporto adeguato.
"I Familiari sono tutti morti, quando è sbarcata l'Alleanza. L'ho tirata fuori da quell'inferno e me la sono portata dietro. Mi ha dato una mano con la baracca."
Continuavo a guardarla, lei non mi badava intenta a servire ai tavoli. Attirava tanti sguardi. Poi all'improvviso mi guarda ed io divento paonazzo come sempre. Balbetto e allontano lo sguardo.
"E se mettessi la testa a posto Jorfag? Mi daresti il permesso?"
"Se la finisci di andare a puttane si. Vi voglio bene come figli, mi riempireste d'orgoglio. Ammesso che tu gli vada a genio. E che cazzo Rognvaldr! Finiscila di arrossire come una femminuccia. Non sarà per caso la tua prima donna!?"
Non mi torna qualcosa però. La guardo attentamente ma la linea è disturbata. Affilo lo sguardo.
"Stai facendo una copertina per Cecilia?"
"Veramente è per..."
La linea è disturbata.
"Ti sto perdendo..."
"Per tu...lio..."
La linea cade, la connessione si perde. Forse ho capito male. Avrò capito sicuramente male.

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