sabato 5 ottobre 2013

Shields

Dovrei pensare a come uscire fuori da qui.
A come mandare via John senza che venga rispedito indietro, al campo, con una bomba nello zaino.
Dovrei trovare un modo per fottere i Culi Blu.

Eppure le uniche cose a cui penso sono i proiettili dietro la schiena.
La guerra.
E poi loro...

Mio padre mi diceva che nelle mie vene scorre il sangue dei Vichinghi e degli Spartani. Le razze della Terra che Fu più temute dalle loro civiltà del tempo. Li chiamavano Barbari, Selvaggi, Macellai.
Non lo so. Le certezze vacillano, così come le belle storie raccontate ai bambini per farli dormire sereni.


Eolen ed Hust stanno per ripartire con la nave di Frìda.
La guerra sta per cominciare, la Iron Lady dovrebbe parlare ad ore.
Hust mi guarda dal basso: fiuta la tensione.
Eolen mi guarda dall'alto della rampa inclinata ed aperta della Wyoming.
Accarezzo la testa di mio figlio.
Bacio le labbra di mia moglie.
Li guardo.
Porto le mani all'altezza del collo, afferrando le piastrine militari della Grande Guerra. Le lascio nelle mani di lei. Addio amore mio. Non lo dico.
Il tempo per la tenerezza è finito.
Non c'è più posto per essa.
Non nella guerra.
"Rognvaldr!"
"Si, mia Signora?"
"Torna col tuo scudo. O sopra di esso."
Fratelli, padri, figli: marciamo. Per l'onore, per il dovere, per la libertà: marciamo.
Nella bocca dell'inferno: marciamo.

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