mercoledì 24 luglio 2013

Lucky Sunday

Domenica fortunata. Un cinghiale che passa davanti all'Almost Home. E quando mi ricapita.

Per le otto ho quasi finito di spezzare la carne. E poi Cortes dice che non sono buono con lei: ha dormito fino alle otto passate oggi.
"Ehi, Capitano, dove vai?"
"Vado in Città!"
Rooster defila via senza troppe spiegazioni. Le guardo la schiena mentre si allontana in direzione di Timisoara.
Mezz'ora dopo è la volta di Bolton, che sfoggia l'abito intero della domenica. Fischietta. Si è comprato una benda nuova da mettere sull'occhio Comincia a sellare il cavallo.
"Che Thor mi fulmini, Harry. Che avete sta mattina tutti? Si sposa la figlia di Franck Dallas e nessuno me l'ha detto?"
"No, Red. Vado in...Città"
Assottiglio lo sguardo. Lo shijian non mi convince. Soprattutto quando goffamente imita Jack.
"Ma non è che tra te ed il Capitano..."
"Bontà divina, no! Cioè...non con lei...non potrei mai!"
Sguardo inquisitorio. Un cane attaccato ad un osso che non vuol mollare.
"Si chiama Sarah, abita fuori New Dallas. E' la figlia del fornaio James."
Mi pulisco le mani, giusto per incrociarle davanti al petto. Un cenno semplice, di andare avanti.
"E che Cristo, Red. La porto a fare un giro a cavallo, eh. Torno prima di pranzo."
Aspetto che se ne vada, ma senza scansare lo sguardo da Bolton. Solo quando lui e Junk sono distanti, sorrido. Erano anni che non lo vedevo cavalcare spensierato.
"E tu Wright?"
La voce femminile la conosco.
La chioma bionda e quell'espressione marziale e seria che riempie la plancia di comando sempre.
"Io cosa, Sharpe?"
"Polaris è Indipendente, Saint Andrew libero. Potresti tornare dalla tua famiglia."
"Si lo so. Ma voi?"
"Ce la siamo cavata anche senza di te, Wright."
"C'era Edwards con voi, prima. Ed ora che Polaris è libero, avete ancora più bisogno di piloti discreti. Black potrebbe evadere o farla franca. Ho ancora delle faccende in sospeso prima di tornare a casa."
"Potresti morire e non rivedere nessuno dei tuoi."
"Il Grande Padre, Sharpe, ha misurato il gomitolo della mia vita tanto tempo fa. Posso anche nascondermi in un buco, ma non vivrò un istante di più. Il mio destino è stato deciso e la paura non frutta niente all'uomo."
"Non credo nel destino, Wright. Ma sono lieta di non dover far a meno di te, in plancia."
Da lì a poco anche Sharpe si dilegua, nella nave, probabilmente in plancia. Io devo finire di pulire la carne prima che il sole si alzi troppo e arrivino le mosche.

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